Nitocri, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA VIII
 
 RATESE e NITOCRI
 
 RATESE
 (Sì per tempo Nitocri a che mi chiede?)
 NITOCRI
 E trovansi, Ratese, alme in Egitto
330che senza onor, senza rispetto, tutte
 calchin le umane e le divine leggi?
 E faccian sì che Menfi omai diventi
 orror de’ numi, obbrobrio de le genti?
 RATESE
 Quel buon saggio governo, onde ne reggi,
335tor dovrebbe a le colpe ogni ardimento.
 NITOCRI
 Bontà le irrita. In chi miglior fu il core
 che in Amenofi? E Menfi
 pur trucidato il vide; ed impunito
 n’esulta il parricida; e non gli basta.
340Regio sangue v’è ancor, v’è ancora il mio,
 in cui l’empio disseti
 l’avide brame.
 RATESE
                              (Ah! Temo esser tradito).
 NITOCRI
 Trofeo già ne sarei; né più quest’occhi
 veduto avrien del sol nascente i rai,
345se il cielo, che dei re veglia in difesa,
 posta in cor non avesse
 a vassallo fedel la mia salvezza.
 RATESE
 Non v’ha più dubbio. (O stelle!)
 NITOCRI
 Questo foglio da morte (Traendosi dal seno un foglio)
350mi preservò. Comandi
 diedi opportuni e spaventai la colpa,
 cui non resta altra speme,
 onde pena sfuggir, che starsi occulta.
 Ma invan lo spera. A canto
355le sta infamia e vendetta; e tu, Ratese...
 Ma attonito rassembri e non rispondi.
 RATESE
 Sono da orror sì sopraffatto e vinto
 ch’uso di senso e di ragion mi è tolto.
 NITOCRI
 Prendi, o fedel. Con questa guida esplora (Lo dà a Ratese)
360l’assassin di Amenofi e di Nitocri.
 L’un ne l’altro conosci. A te ne affido
 e la traccia e l’esame. Avrà ministri,
 avrà complici al fallo. Un sol non puote
 tanto osar da sé stesso; e sparso in molti
365mal si asconde un misfatto.
 Nulla sfugga al tuo zelo. In simil caso
 anche il superfluo è necessario e giusto;
 e ne la scuola di geloso impero
 sovente da l’error si apprende il vero.
 RATESE
370(Respiro). Al grand’onor l’opra risponda.
 Ma donde il foglio? E chi lo scrisse?
 NITOCRI
                                                                   Ei volle
 con quel del reo tener suo nome occulto,
 perché non so. Che rara è quella fede,
 in cui con libertà parli l’amore,
375lontano da interesse o da riguardo.
 RATESE
 Eh! Regina, se quanti
 stan più presso al tuo trono
 core avesser, qual io, sincero e fido,
 solo intesi a piacerti e non distratti
380da l’amor d’altro oggetto,
 quell’amor, quella fede,
 che sì rara ti sembra, in lor vedresti;
 e in me..
 NITOCRI
                    Basta, o Ratese. Assai dicesti.
 RATESE
 
    Da chi più cerchi amor?
385Dove più zelo e fé?
 Fede arde pura in me;
 e più direbbe il cor; ma ossequio tace.
 
    A un utile consiglio
 si oppone il tuo rigor.
390Taccio, che a me periglio
 o a te saria rossor un zelo audace.