Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA XII
 
 ROSIMONDA
 
 ROSIMONDA
 
    Cor mio, non intendo.
 Vien meno il furore,
315il duol va crescendo.
 
    Giurasti vendetta
 né forte ti sento.
 Crudel ti pavento
 e vil non ti attendo.
 
320Pur giusto è l’odio mio. Chi lo disarma?
 Qual non inteso affetto
 turba l’idea? Si oppone a’ voti? E parla
 a pro di Faramondo?
 Che sarà mai? S’egli è pietade, è ingiusto,
325vil s’è timor. Qualunque ei sia, da l’alma,
 Rosimonda, il rigetta. O dio! Resisto;
 tutta l’alma v’impiego; ed ei non tace.
 Faramondo crudel, lasciami in pace.