Nitocri, Vienna, van Ghelen, 1722

 SCENA II
 
 MICERINO con soldati e i predetti
 
 MICERINO
 Seguitemi. Ecco il tempo;
 e de l’audace assalitor sugli occhi,
 più che il lume improvviso,
10sfavilli omai de’ nostri acciari il lampo. (Scende dalle scalinate col suo seguito, il quale però si ferma a’ piè delle stesse)
 MIRTEO
 Siam traditi. Al grand’uopo il cor stia forte.
 (Cielo, salva Emirena o a me da’ morte). (A’ piè della scala s’incontra con Micerino)
 MICERINO
 Mirteo,.. Che veggio? De l’egizzio regno
 tu ornamento e sostegno, il ferro impugni
15contra la regal donna? E tu tradisci?...
 MIRTEO
 Io traditor? Regni Nitocri. A lei,
 infinché spirto reggerà quest’ossa,
 sarò scudo e difesa.
 MICERINO
 Ma qual altro ti spinge impeto ed ira?
 MIRTEO
20Ah! Micerino, unisci
 il tuo al mio brando. Un disperato amore
 per compagno ti accetta; e purché viva
 la mia, la tua Emirena,
 teco il merto divido
25di sua salvezza e al mio rival l’affido.
 MICERINO
 Emirena morir? Credi Nitocri
 sì iniqua e me sì vile
 ch’ella impor possa il colpo? Io tollerarlo?
 MIRTEO
 Pubblico in Menfi è ’l grido.
 MICERINO
30Spesso è fallace popolar credenza.
 MIRTEO
 Priva di libertà, sei lune e sei,
 per gelosia di regno,
 Emirena languì lunge da Menfi.
 Ora a che si richiama?
 MICERINO
35I gelosi sospetti
 dissipò sua virtù. Certa è Nitocri
 di sua fede e innocenza; e al nuovo sole
 vuol che in Tebe ella regni e vuol che sposa...
 MIRTEO
 Sposa? Di chi? Vorrà Nitocri ancora
40tiranneggiar gli affetti? A noi rapirla?
 MICERINO
 Vano è ’l timor. Dipende
 il felice destin de l’amor nostro
 dal voler di Emirena. Ovunque e’ pieghi,
 l’antica non si turbi
45nostra amistà.
 MIRTEO
                             Spinto da cieco affetto
 a perdermi io correa. La tua virtute
 si fa mio disinganno e mia salute.
 Oh! A te potessi esser più grato e ’l core
 cederti di Emirena!
 MICERINO
                                       Io non dimando
50uno sforzo al tuo cor, di cui non sento
 capace il mio. Siam generosi amando.
 Torno a Nitocri. A lei dirò che sonni
 dorma tranquilli, orché Mirteo pur veglia
 armato in sua difesa;
55e del tuo inganno tacerò gli sdegni.
 MIRTEO
 Sì, che nel cor de’ grandi
 può l’ombra ancora di delitto incerto
 far rea la fede e scellerato il merto.
 MICERINO
 
    Silenzio ed amistà
60il cor ti serberà
 in onta del mio amore.
 
    Farmi felice amante
 dal voto altrui dipende.
 Amico esser costante
65sol pregio è del mio core. (Per via delle scalinate rientra co’ suoi nel palazzo)