Ormisda, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA XIV
ARSACE
ARSACE
Perderti sì amorosa
quanto più mi dorria!...
Ma qual romor, misto di trombe e grida?
Veggo la soglia abbandonata, in fuga
1440
spaventati i custodi.
Non ritorna Erismen; non vien la madre.
Che sarà? Forse, o stelle,
a’ vostri influssi rei
non bastano, e son tanti, i mali miei.
1445
Sorte vuol ch’io disperi,
ch’io speri l’idol mio;
penar mi fa la sorte
ma credo alla speranza.
Così l’amato bene
1450
mi rende invitto e forte;
e fa che sin la spene
mi serva di costanza.