Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA IX
 
 CLOTILDE con TEOBALDO e li suddetti
 
 CLOTILDE
 Mora Clotilde pur. Nulla mi arriva
 improviso il morir. Dal primo istante
 che cadei ne’ tuoi ceppi,
 tutto il previdi e men feroce il resi
265con mirarlo da lungi; ecco, Gustavo,
 con intrepida fronte
 ti presento il mio sen, ti faccio core.
 Non m’aspettar men forte,
 che il piacer non avrai del mio timore.
 ADOLFO
270(Preservatela, o numi).
 TEOBALDO
 Questa virtù di Sveno
 giovi l’ombra a placar. Se gli anni e ’l sesso
 ti fan pietade, io stesso
 sarò il ministro, io darò il colpo.
 ADOLFO
                                                            Iniquo!
 CLOTILDE
275Morì Sveno, o Gustavo,
 per man di Faramondo.
 Per tua mora Clotilde e ’l regal ferro
 vendichi il regio sangue.
 TEOBALDO
 Che più badi, Gustavo?
280Cotesta tua pietade è intempestiva.
 GUSTAVO
 O mia sorte crudel! Clotilde viva.
 TEOBALDO
 Ah se in petto a Gustavo ira vien meno,
 a me si serba il vendicarti, o Sveno.