Meride e Selinunte, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 SELINUNTE con guardie e i suddetti
 
 DIONISIO
1325Selinunte, già puoi disporti a morte.
 L’ombre premono il giorno
 e Meride si abusa
 dell’amor tuo. Di me si ride offeso,
 di te schernito. In lui
1330darei con pace la mortal sentenza.
 In te la do costretto
 ma costretto da te che reo ti festi
 e debitor dell’altrui fallo e pena.
 Tu, prima di morir, di’ se far posso
1335cosa a te cara, onde il mio cor tu scorga.
 Più ancor farei; ma mel divieta e toglie
 la regal fede e la tua legge istessa.
 SELINUNTE
 Signor, tutti i miei voti io chiudo in questo,
 che tu adempia la legge
1340e Meride si assolva.
 Tal morte a me più val d’ogni altro acquisto.
 Affrettala, ten prego. Ogni momento
 basta a tormene il pregio. Ah! Se ciò fosse...
 Amico, resta ancor, ch’io per te moro.
 DIONISIO
1345Come amico dir puoi chi ti abbandona?
 SELINUNTE
 Morirei di vergogna,
 se oltraggioso timor mi entrasse in seno.
 DIONISIO
 Giunta è l’ora prefissa.
 NICANDRO
 E Meride è spergiuro.
 SELINUNTE
                                           Egli esser puote
1350misero ma non reo.
 NICANDRO
                                       Lieto ei festeggia
 con la cara Ericlea.
 SELINUNTE
                                     Pietoso ufficio
 chiedea la sconsolata. Esso l’adempie;
 ma purtroppo verrà. Che più si attende?
 DIONISIO
 Ah! Che la tua virtù chiede supplicio
1355ed invoglia a perdono.
 SELINUNTE
 Di Meride col rischio? A me fa sdegno.
 Co’ lamenti di Areta? A te fa torto.
 Dal dover di esser giusto
 nulla v’ha che ti assolva.
1360Se in pro del regno tuo nulla fec’io,
 morte, o signore, e presta morte imploro.
 DIONISIO
 Morte, a chi si condanna, ognor vien presta.
 SELINUNTE
 Mai non giunge che tarda a chi la brama.
 NICANDRO
 Racconsola i suoi preghi. I miei vi aggiungo.
 DIONISIO
1365O di migliore amico
 degno e di miglior sorte,
 vanne. Fra pochi instanti
 non in pena ma in dono avrai la morte.
 SELINUNTE
 
    Da te prendo, o regal destra,
1370la tua fede in sì bel dono.
 
    A me viva il caro amico,
 in cui sol temea di morte;
 a te viva il guerrier forte
 che sostegno è del tuo trono.