Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA VII
 
 GUSTAVO, ADOLFO e seguito
 
 GUSTAVO
 Del tasso infausto e del feral cipresso
 si alimenti la fiamma. Ecco da l’urna
195questo latte vi spargo
 misto col sangue; indi la destra e ’l ferro
 de le vittime uccise
 nel seno immergo e ’l cor ne getto al foco.
 Popoli, figlio, in basse note e meste
200accompagnate intanto
 d’un re, d’un padre il sacrifizio e i voti.
 ADOLFO
 (L’infelice amor mio vi versa il pianto).
 GUSTAVO
 Ascolta, o dagli Elisi, ove passeggi,
 ombra ancor sanguinosa, ancora inulta,
205ciò che a quest’ara, a questo nume io giuro,
 padre, re, sacerdote, ascolta, o figlio.
 E tu, dea che d’Averno
 l’ombre flagelli e se’ di pianto e d’ira
 severa, inesorabile ministra,
210la face irrita, il ferro scuoti e attento
 porgi l’alto tuo nume al giuramento.
 Al crudel Faramondo, a chi m’uccise
 ne la vita d’un figlio,
 perpetua guerra, orrida morte io giuro.
215Cada l’empia cervice e penda il capo
 da fatal asta, orrido oggetto agli occhi
 de la plebe minor; l’ossa insepolte
 calchi rustico piede
 e a le ceneri sue l’urna si nieghi.
220Già da quest’ora l’uccisor felice,
 che l’esecrabil testa
 tronchi dal busto e a me la rechi in dono,
 avrà di Rosimonda
 le nozze, il giuro, e avrà de’ Cimbri il trono.
 ADOLFO
225Crudel promessa e ria!
 Tu giuri l’altrui morte e vuoi la mia.