Ormisda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA II
 
 ORMISDA, PALMIRA, ARTENICE, COSROE ed ARSACE
 
 ORMISDA
 Orché tutti al mio fianco
 siete, figli, consorte,
 regina, amici, popoli, soldati,
 il re Ormisda vi parla e qui vi parla
550re per l’ultima volta. (Si cava la corona di capo, tenendola poscia in mano)
 ARSACE
 (Che sarà mai?)
 PALMIRA
                                 (Taci, Palmira, e ascolta).
 ORMISDA
 Nume che sei di Ormisda e sei de’ Persi
 deità tutelar, genio sovrano,
 questo, che da più lustri
555cinsi al crine real, cerchio gemmato,
 ecco depongo all’ara tua. Natura
 mel diè. Virtù me lo difese. Or temo
 che in discordie sì rie mel serbi o tolga
 un crudel parricidio.
560Prevengasi il misfatto.
 Dio, che l’atto magnanimo m’inspiri,
 reggi la mente tu, reggi la voce
 di chi al partico impero
 sceglier dovrà l’erede; e fa’ ch’ei sia
565oracolo di pace, onde sia spenta
 ogni rissa, ogni sdegno
 nel mio cor, nel mio sangue e nel mio regno. (Si accosta all’ara e vi depone la corona)
 COSROE
 Ciò che mediti il padre, (Verso Palmira)
 non so. So che difesa
570sarà da me l’alta ragion del trono.
 PALMIRA
 Ei cede il regno e per Arsace io sono. (Verso Cosroe)
 ORMISDA
 Artenice, tu vedi
 senza re la corona.
 Ella da te lo attende. Un voto istesso
575a te darà lo sposo,
 alla Persia il monarca, a me la pace.
 Scegli qual più vorrai, Cosroe od Arsace.
 PALMIRA
 Arsace, il re tu sei. T’ama Artenice. (Ad Arsace)
 ARSACE
 Regina... (Ad Artenice)
 COSROE
                     Genitor... (Ad Ormisda)
 ARTENICE
                                         Sulle mie labbra,
580principi, non vi faccia
 né lusinga né tema amore o fasto.
 Virtù mi regge; e a te mi volgo, o sire.
 Odi più che civili
 fremon nel sangue tuo. Solo il rispetto
585li contiene in dover. Sciorranno il freno,
 se tu cedi il comando.
 In Ormisda la Persia
 abbia il suo re, Cosroe ed Arsace il padre;
 e perché sprone all’ire
590più Artenice non sia né metta in armi
 il fratel col fratel, col padre il figlio,
 prenderò al novo giorno
 ver l’Armenia il cammino. Ivi le leggi
 darò al popol vassallo; e là in riposo
595nel figlio erede attenderò Io sposo.
 ARSACE
 Deh! Qual crudel consiglio?
 ARTENICE
 Crudel ma necessario alla mia gloria.
 
    M’occupa il core
 la gloria mia.
600Fasto od amore
 nol vincerà.
 
    La mia fortezza
 non cederà
 né al genio altero
605della grandezza
 né al dolce impero
 della beltà.