Ormisda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVII
 
 ERISMENO e PALMIRA
 
 ERISMENO
425Quanto sono, o regina,
 tutto a te deggio; e l’opra
 ti sarà testimon della mia fede.
 PALMIRA
 Erismeno, se un’alma
 non ti senti ben forte all’ardua impresa,
430non ti espor con tuo rischio e con mio scorno.
 ERISMENO
 Non temer. Novi spirti
 già prendo dall’onor della tua scelta.
 PALMIRA
 Non è il real comando
 senza l’orror di una gran colpa.
 ERISMENO
                                                          Toglie
435il comando real nome alla colpa.
 PALMIRA
 Cosroe di Ormisda è figlio.
 ERISMENO
 Se meritate ha l’ire
 di te, donna real, Cosroe è già reo.
 PALMIRA
 O di quante ha la Persia anime invitte
440specchio ed onor, già tutta in te ripongo
 la mia vita, il mio onor, la mia vendetta;
 e ne avrai la mercé.
 ERISMENO
                                       Di mia costanza
 è stimolo il dover, non la speranza.
 PALMIRA
 
    Di cento e cento belle
445a me ministre ancelle,
 quella sarà tua sposa
 che più vezzosa
 e più amorosa
 agli occhi tuoi sarà.
 
450   Ampio tesoro
 di gemme e d’oro,
 titoli egregi
 di onori e fregi,
 in ricca dote
455ti porterà.