Ormisda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 MITRANE e COSROE
 
 MITRANE
 Un più lento ritorno,
375principe, ti togliea sposa e corona.
 COSROE
 Caro Mitrane, al primo, e da te l’ebbi,
 nuncio de’ rischi miei, volai dal campo
 e mi seguì de’ miei soldati il fiore.
 MITRANE
 E ben d’uopo ne avrai. Sola Artenice,
380malgrado all’amor suo, finor sostenne
 la tua ragion.
 COSROE
                           Lo so; né in quel gran core
 mi fu debol soccorso il tuo consiglio.
 MITRANE
 Dissi e feci il dover. Ma contro forza
 ragion che può? Qui non Ormisda, sola
385dà Palmira le leggi; e il re avvilito
 a riceverle è il primo.
 COSROE
 Cosroe lontan potea temer; vicino
 confonderà le trame.
 MITRANE
 Non basta il minacciar. L’opra si chiede,
390ove il male sovrasta.
 COSROE
 E che ?
 MITRANE
                 Regnar convien. Se nol rapisci,
 ti è rapito il diadema.
 La regina ha sedotti e grandi e plebe,
 duci e soldati, e vuol che regni Arsace.
395Non osa il re. Fremono i buoni; e basta
 che lor capo tu sia.
 COSROE
                                     Contro di Ormisda?
 MITRANE
 Lasciar rapirti un trono è debolezza.
 COSROE
 Ed è impietà voler cacciarne un padre.
 MITRANE
 Egli scender ne vuol, per darlo a un altro.
 COSROE
400No no, mi è re, mi è padre.
 Di figlio e di vassallo
 sacri nomi, io vi sento, io vi rispetto.
 Né sì estremo è il periglio
 che renda a mia discolpa
405necessario un misfatto.
 Si attenda ancor. Tengansi pronte a l’uopo
 le difese e le offese.
 Facciam tremar chi ne minaccia. Voglio
 salvar, se posso, ed innocenza e soglio.