Ormisda, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA XI
 
 ARTENICE, ARSACE e i suddetti
 
 ARTENICE
1295Fermate. Ecco, Erismeno, il regio impronto. (Gli mostra l’anello reale)
 Rechiam novi comandi; e poi se Cosroe
 persiste in sua sentenza,
 fa’ il tuo dover.
 ERISMENO
                               O inciampo!
 ARSACE
 Vanne, amor mio. Da te pendon due vite. (Ad Artenice. Arsace si ferma in lontano, a’ piè della scaletta dell’uscio segreto, e Artenice si avanza)
 COSROE
1300Qual fortuna per me, bella Artenice,
 vederti e poi morire?
 ARTENICE
 Di morir non si parli. Hai grazia e vita.
 COSROE
 Chi non sa d’esser reo, grazia ricusa;
 e vita meritar può chi è innocente.
 ARTENICE
1305Innocente ti abbraccia il re tuo padre.
 Soddisfatta è Palmira.
 Torna al regno la calma, a me la gioia.
 Tanto far puote un solo
 tuo magnanimo sforzo in mio riposo.
 COSROE
1310E qual?
 ARTENICE
                  Signor, gli affetti
 per te astrinsi a languir. Amando Arsace,
 sostenni i tuoi diritti,
 con qual forza, tu ’l sai, lo sa il mio core.
 Un atto or da te esigo,
1315sia di virtù, sia di dover. Te stesso
 salva. Salva il mio amor, la gloria mia.
 Col tuo voto Artenice abbia il suo sposo,
 l’Armenia il suo regnante; e Arsace il sia. (Cosroe sta alquanto pensoso)
 ARSACE
 (Fate, o dei, che quell’alma alfin si renda).
 COSROE
1320Regina, a te più deggio in ciò che oprasti,
 quanto meno mi amasti. Amarmi e farlo
 saria stato di amore util consiglio.
 Ma in farlo senz’amarmi
 generosa virtù ne ha tutto il merto.
1325Or questa avria ragion di abbandonarmi,
 s’io ti cedessi per campar di rischio.
 Di Arsace sii. Mia morte a te il concede;
 nol potria la mia vita.
 Lasciami al mio destin. Così mi resta
1330in morendo un gran ben, che di Artenice,
 non potendo l’affetto, avrò la stima;
 e talvolta anche a me, sposa di Arsace,
 darai lode e dirai: «Riposa in pace».
 ERISMENO
 Già rispose il feroce. Al re si serva. (Ad Artenice)
 ARTENICE
1335Attendi; e più rispetto ad Artenice. (Ad Erismeno)
 ARSACE
 (Ciel, qui proteggi amore ed innocenza).
 ARTENICE
 Cosroe, con la tua morte al caro Arsace
 tu mi togli per sempre.
 COSROE
 Chi tel vieta, me estinto?
 ARTENICE
1340La gloria mia, che de la tua sciagura
 esser non voglio il prezzo.
 COSROE
                                                 O generosa!
 Tu m’insegni la via di vendicarmi.
 Renderà i miei nemici
 la mia morte infelici.
 ARTENICE
                                         E me con loro.
1345Son io degna, o crudel, di tal mercede?
 Me ancor confondi ne la tua vendetta?
 Mi amasti sol per mia miseria? O Cosroe,
 a me sempre fatal, vivo ed estinto.
 COSROE
 I  rimproveri tuoi quasi m’han vinto.
1350Ma vedi. In questi ceppi, in quegli strali,
 più che la pena mia, sta la mia fama.
 Se tal ti cedo, si dirà che astretto
 vi fui, non da pietà ma da timore.
 Nol farò. Morir deggio. Il vuole onore.
 ERISMENO
1355E vel comanda il re. Non più dimore. (Agli arcieri)
 COSROE
 Ferite. Eccovi il petto.
 ARTENICE
 Aimè!
 ARSACE
               Festi, o regina, (Avanzandosi)
 il tuo dovere. Il suo pur faccia Arsace.
 Arcieri, giù quell’armi
1360o cadrà chi di voi primo le tenda.
 ERISMENO
 Prence, vorrai disubbidire al padre?
 ARSACE
 Perché padre egli sia, difendo il figlio.
 ERISMENO
 La genitrice offesa...
 ARSACE
 Me punirà, se in lui salvar la offendo.
 ERISMENO
1365Lui salvo? Me presente,
 non è facil campar Cosroe da morte. (Prende di mano ad una guardia un arco con freccia)
 ARSACE
 Tu insolente l’avrai. (In atto di avventarsi con uno stilo alla vita di Erismeno)
 ERISMENO
                                        Può farmi oltraggio
 il figlio di Palmira?
 ARSACE
                                      (Ah! Mi sovvieni, (Si ferma e sta sospeso)
 o fatal giuramento, e l’ire affreni).
 ERISMENO
1370Ora è ’l tempo, ire mie. (Tende l’arco per ferir Cosroe)
 ARSACE
                                              Saziati, iniquo,
 e comincia da me. (Cuopre con la sua persona quella di Cosroe)
 Non si passa a quel sen per altra via.
 ARTENICE
 (Chi sì bella virtù non ameria?)
 ERISMENO
 Stelle! Tu in lui proteggi un parricida.
 ARSACE
1375Cosroe conosco ed Erismeno ancora.
 ERISMENO
 Vuol la madre ch’ei mora.
 ARSACE
 E troverà morto al suo fianco Arsace.
 ERISMENO
 Trema la man sul ferro. Ire infelici! (Si lascia cader l’arco di mano)
 Che far degg’io? Si vada
1380con l’avviso a Palmira.
 ARSACE
                                           Io qui l’attendo.
 ERISMENO
 Ella al figlio dia leggi e ’l reo poi cada.
 
    Non ti lascio che un solo momento,
 per recarti più barbara morte.
 
    L’aspettarla ti sia più tormento,
1385che sospesa non placa l’irato
 ma fa attesa tremare anche il forte.