Ormisda, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA X
 
 ARTENICE, con seguito di armeni e poi MITRANE
 
 ARTENICE
 Affetti del cor mio, siete infelici,
 sol perché generosi.
 Abbandonar conviene il caro Arsace.
845Lo diceste; e si faccia.
 Entrar può pentimento in sen di amante,
 non in quel di regina.
 MITRANE
 Regina, a nuovi mali,
 nuovi rimedi. Il tuo partir da questo
850torbido infausto cielo era poc’anzi
 necessario consiglio a la tua gloria.
 La tua gloria in soccorso
 de l’oppressa innocenza or qui ti arresta.
 ARTENICE
 Che fia?
 MITRANE
                   Cosroe è prigion.
 ARTENICE
                                                    Per qual disastro?
 MITRANE
855L’odio de la matrigna e la perfidia
 di un sedotto vassallo
 colpevole lo fanno appresso il padre.
 ARTENICE
 Di che?
 MITRANE
                  Di trama ordita
 a danno di Palmira. Ad Erismeno,
860suo accusator, crede l’accuse il padre;
 soverchio amor tanto il trasporta e accieca.
 ARTENICE
 A la virtù del prence
 è più giusto il mio cor.
 MITRANE
                                            Giustizia eguale
 gli usan satrapi e duci. Ognun ne freme;
865ma nessun osa. Intanto
 Cosroe è in periglio, Ormisda in ira; ed oggi
 vuol che il regno in Arsace abbia l’erede,
 Artenice lo sposo; e per sua legge
 ne reco a te l’avviso, al campo il cenno.
 ARTENICE
870Deh! Che mi narri? Arsace
 oggi al trono paterno? Oggi al mio letto?
 MITRANE
 Sì, qualor tua virtù non vi si opponga.
 Dura impresa al tuo amor; ma se lo ascolti,
 di te che si diria? Che fosti il prezzo
875de l’altrui tradimento e ch’ei ti piacque.
 Quegli, cui giova il male,
 n’è creduto l’autor. Con sì rea fama
 qual dai sudditi amor? Qual dagli estrani
 lode a te ne verria? Qual sovra il trono
880sicurezza per te? Qual per Arsace?
 Cosroe vivo od ucciso
 è ugualmente a temer. Soldati e plebe
 coronato il vorranno o vendicato.
 Io ne tremo per te.
 ARTENICE
                                     Lodo il tuo zelo.
885Accuso il tuo timore.
 Cosroe vuoi salvo? Io pur lo bramo. A l’opra
 moverò Arsace e tu disponi il campo.
 Seguanti i miei; ma forza
 si adopri alor che più non giovi ingegno.
 MITRANE
890Nata a regnar, tal ben cominci il regno.
 
    Segui a regnar così sul proprio cor;
 e facil ti sarà
 regger a senno tuo l’altrui dover.
 
    Se in lega e in amistà
895con la virtude ognor fosse il poter,
 pace saria il regnar
 ed il servir piacer. (Parte seguito dagli armeni di Artenice)