Ormisda, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA VIII
 
 ORMISDA, PALMIRA ed ERISMENO
 
 ORMISDA
 Invan minacci. Ostane, a te il consegno. (Partono le guardie di Ormisda)
 Non temerne, Erismeno.
 Fosti fedel. Colpa fuggisti ed onta.
 ERISMENO
 Dei mali, infamia e colpa è sol l’estremo.
760L’innocenza ho difesa e nulla temo, (Parte)
 ORMISDA
 E tu più non lagnarti, o mia diletta.
 PALMIRA
 Giusti forse non sono i miei sospiri?
 ORMISDA
 Confusa è la calunnia e tu n’hai gloria.
 PALMIRA
 Un momento fui rea nel cor di Ormisda.
 ORMISDA
765Dopo il trionfo tuo più t’amo, o cara.
 PALMIRA
 Ma diviso è ’l tuo amore
 tra una moglie innocente e un empio figlio.
 ORMISDA
 Io più Cosroe amerei? Lui che mi offese
 ne la parte miglior de l’alma mia?
 PALMIRA
770Ei le schiere lasciò; n’ebbe perdono.
 In me strinse l’acciar; tu noi credesti.
 M’insidiò, mi accusò; ne andrà impunito.
 Guai per me, se mio fosse
 de’ suoi falli il minor. Non troverei
775sì buon marito in te, com’ei buon padre.
 ORMISDA
 Prigionier tu ’l vedesti e cieca torre
 serve a lui di sepolcro.
 PALMIRA
 Eh! Dove un padre è re, non teme un figlio.
 ORMISDA
 Vorresti ch’io portassi
780fin nel seno di lui ferro omicida?
 PALMIRA
 Così ingiusta non son. Rispetto i sacri
 vincoli di natura.
 Ma di natura è sacra legge ancora
 cercar di non perir. Piacesse al cielo
785che si agitasse il fato
 de la sola mia vita,
 io la darei contenta al ben di Ormisda.
 Ma sono madre e oppresso
 meco cadrebbe il caro figlio. È questo,
790questo il mio gran timor. Salvami Arsace,
 dolci viscere mie. Salvami Arsace
 che è pur viscere tue, padre e consorte;
 e se il prezzo io ne son, dammi anche morte.
 ORMISDA
 Mitrane a me. Vanne e sii lieta. In breve
795vedrai se a cor mi sien Palmira e Arsace.
 PALMIRA
 
    In te riposo,
 mio dolce sposo.
 Tu sconsolata
 non mi lasciasti mai partir da te.
 
800   Ma lieto o rio
 destin ti fosse,
 ti resi anch’ io
 amore per amor, fede per fé.