Ormisda, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA III
 
 ORMISDA, PALMIRA, ARSACE e COSROE
 
 ARSACE
 Signor, parte Artenice; e s’io la perdo,
 che mi cal di grandezza?
610Cosroe, prenditi il regno
 e lasciami quel cor.
 COSROE
                                      No. Son due beni,
 che sgiunger non si ponno,
 scettro e Artenice. O miei saranno entrambi
 o entrambi tuoi; ma per averli è forza
615che di Cosroe non viva altro che il nome.
 PALMIRA
 Vedi, o signor, qual implacabil core!
 La bontà del fratello il fa più audace.
 ARSACE
 Cosroe è crudele e sfortunato Arsace.
 
    Padre, non curo il regno;
620madre, ho la vita a sdegno,
 senza la fida e bella
 anima del mio cor.
 
    Io non aspiro al trono. (Verso Cosroe)
 Suddito nacqui e ’l sono.
625Sol mi si lasci un bene
 che mio già fece amor.