Ormisda, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA II
 
 MITRANE e i suddetti
 
 MITRANE
30Te a noi dieder gli dii, regina eccelsa.
 Te a noi serbin gli dii. Duri il tuo regno
 co’ tuoi, co’ nostri voti.
 Ogni consiglio tuo regga virtude,
 fortuna ogni tua guerra;
35e de’ regi avi tuoi vinci le glorie.
 Questi forma per te prieghi sinceri
 la tua suddita Armenia; e noi, cui tocca
 l’alto onor di offerirti i primi omaggi,
 al tuo trono, al tuo piede
40per lei giuriamo ossequio, amore e fede. (Nuovamente al suono delle trombe s’inginocchia Mitrane al secondo dei gradini del trono e, preso dal bacino lo scettro, lo porge ad Artenice).
 ARTENICE
 Lieta in voi del mio regno
 gli omaggi accetto. Il cielo
 ne secondi gli auspici.
 Me attenta avrete a custodir le leggi,
45più che a imporle sovrana. A voi miei fidi,
 arra sien del mio amor l’auree maniglie,
 fregio al braccio guerriero; e tu, Mitrane,
 il cui senno, il cui petto
 tanto per me sostenne,
50questo di gemme e d’oro
 ricco lucente acciaro al fianco appendi
 e mio campion, più la grand’alma accendi. (Artenice trattasi dal seno una picciol’arma dorata ed ingioiellata, detta dagli orientali acinace, solita portarsi dai re e dai maggiori personaggi, la porge a Mitrane che in ricevendola gliene bacia la mano. Escono nello stesso tempo quattro nobili armeni, i quali portano in quattro bacini dorati sedici maniglie d’oro, dette armille, e le distribuiscono agli ambasciadori armeni, i quali se le pongono al braccio destro)
 MITRANE
 
    Sì, tuo campion già sono.
 Bacio l’illustre dono;
55e ’l cingerò per te.
 
    Al manco lato appeso
 vi sentirà quel core
 che da’ tuoi raggi acceso
 arde di ossequio e fé.