Ormisda, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA PRIMA
 
 ORMISDA, PALMIRA, ARTENICE, ARSACE, seguito di persiani, popolo e soldati
 
 ORMISDA
 O del grande Artabano,
 che a l’Armenia diè leggi, inclita figlia,
 bella Artenice, il lieto giorno è questo
 che por ti dee l’aurea corona in fronte
5e darti al popol tuo sposa e regina.
 Te a l’amor mio commise il re tuo padre
 e che passi un mio figlio
 a l’onor del tuo letto, è suo volere.
 Dal tuo reale assenso
10questo or si adempia e regni
 di te, vergine illustre, il cenno altero
 sul perso insieme e su l’armeno impero.
 ARTENICE
 Signor, posso a mio grado
 espor liberi sensi? E que’ diritti,
15che inspira a nobil alma
 il nome di regina, usar poss’io?
 ARSACE
 (Da quel labbro dipende il viver mio).
 ORMISDA
 Non hai di che temer. Parla e ’l tuo regno
 cominci dal tuo cor.
 PALMIRA
                                       Ma ti sovvenga (Piano ad Artenice)
20che Palmira ti ascolta
 e che Arsace è mio figlio e ch’ei ti adora,
 ARTENICE
 Ah! Di parlar, re, non è tempo ancora.
 ORMISDA
 Qual rispetto ti affrena?
 PALMIRA
                                               Io del suo core
 interprete fedel...
 ARTENICE
                                   No. Di me stessa
25non v’ha chi meglio intenda
 miei chiusi affetti. A tempo
 gli svelerò. Qui non si scordi il grado.
 Oggi regina io sono,
 arbitra di me stessa, e salgo il trono. (Al suono delle trombe ascende Artenice sul trono, servita da Arsace, e dall’altro canto vi ascendono Ormisda e Palmira. Esce poi Mitrane con gli altri ambasciadori armeni, i quali portano omaggio ad Artenice, ed uno in particolare di loro sostenta sopra un bacino d’oro la corona e lo scettro)