Meride e Selinunte, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA X
 
 TIMOCRATE e MERIDE
 
 TIMOCRATE
 Al punitor mio sdegno il vil si è tolto.
 MERIDE
 Timocrate, tu insulti a chi non t’ode.
 Ma Meride ti udì. Tu nol pensasti.
 TIMOCRATE
715Ei segue il suo costume
 di fuggire i cimenti.
 MERIDE
 Più che non hai tu orgoglio, esso ha virtude.
 TIMOCRATE
 D’Erice al vincitor viene in difesa
 il domator de’ mari?
 MERIDE
720Non giungono i tuoi scherni a farmi offesa.
 Ma rispetta l’amico. (In atto di partire)
 TIMOCRATE
                                        A lui rispetto? (Seguendolo)
 A lui che appena seppe
 sotto il mio impero, di volgar soldato
 non che di minor duce, empier le parti?
 MERIDE
725Timocrate... (Come sopra)
 TIMOCRATE
                          A colui
 che con vittorie simulate e false
 le antiche macchie ricoprir presume?
 MERIDE
 Timocrate...
 TIMOCRATE
                         Io rispetto
 a un indegno? A un vigliacco?...
 MERIDE
730Ah! Troppo già soffersi. Un vil tu sei. (Dà di mano alla spada e va incalzando Timocrate dentro la scena)
 Questo colpo consacra un giusto sdegno
 a te, offesa amistà. Mora l’indegno.
 
 Il fine dell’atto secondo