Meride e Selinunte, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA III
 
 MERIDE e i suddetti
 
 DIONISIO
 Vieni, o Meride, o amico. In guerra e in pace
 il genio tutelar sei del mio regno. (Abbracciandolo)
 MERIDE
 Ciò che già oprai...
 DIONISIO
                                     Ciò che poc’anzi oprasti,
 ultimo non si conti
765de fra i pregi tuoi.
 MERIDE
                                    Timocrate...
 DIONISIO
                                                            Mi è nota
 la tua virtù, la sua insolenza. Il tutto
 da Selinunte intesi.
 MERIDE
                                       Ei meritava
 quella pena...
 DIONISIO
                            Mia cura
 fia in avvenir porvi compenso e norma.
 MERIDE
770(Ei ne ignora il destino o se ne infinge).
 DIONISIO
 Sedetevi e mi udite. (Tutti e tre siedono)
 Principi, nel re vostro io so che amate,
 più che l’alta fortuna, il suo buon nome;
 e se alcuna vedeste ombra anche lieve,
775che potesse offuscarlo,
 mi verrebbe in soccorso il vostro amore,
 che a verità, dove un re giusto impera,
 uscio sta aperto, onde accostarsi al trono.
 Di giustizia [illeggibile] mi pregio; e n’è la fede
780fondamento e sostegno.
 Anche data al vassallo obbliga e stringe
 e ’l violarla è da tiranno ed empio.
 Voi, cui tanto degg’io, grandezza e pace
 Voi, per cui tien regno grande e più temuto io regno,
 Ericlea mi chiedeste e me ne increbbe.
785Promessa altrui, dovea negarla a tutti.
 SELINUNTE
 Timocrate...
 DIONISIO
                         Mi resta
 che dirvi ancor, forse men grave. Ad ambo
 Ericlea ricusai. La tolsi a un solo.
 A l’uno e a l’altro egual mercede io deggio;
790e ne le due ve l’offro
 mie reali germane.
 Vi unisco al sangue mio. L’illustre dono
 compensi il danno l’onta del primier rifiuto.
 Maggior non l’ho. Se nol gradite, il suo mio
795dovere è sfortunato,
 primo fra i re per impotenza ingrato.
 SELINUNTE
 Da tua bontà son soprafatto e vinto.
 Che dir non so. Rincori
 Meride l’alma da stupore oppressa.
 MERIDE
800Quanto per Selinunte
 fa l’amor tuo, gli si conviene; è giusto.
 Ma per Meride, o sire,
 sospendi i doni tuoi. So qual destino
 per me alterni a vicenda or beni, or mali.
 DIONISIO
805Meride, il tuo timor... Ma chi sì audace?...