Meride e Selinunte, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VI
 
 ERICLEA
 
 ERICLEA
 Desiri impazienti
570d’una giusta vendetta,
 che si fa? Che si tarda? Il mal presente
 è pena del letargo in cui languiste.
 Su, vi riscuota alfine
 maggiore e vicin rischio; e sotto il ferro
575di un amante fedel cada l’iniquo.
 Meride... Ei mi ritrova
 col bel nome sul labbro. Ah! Fate, o dei,
 ch’egli sia mio riposo, io sua mercede.