Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698
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Copia
SCENA XIII
METILDE e GISMONDA
GISMONDA
È possibile mai?
METILDE
Sì, mia Gismonda.
GISMONDA
Odoardo?...
METILDE
Egli è tuo. Sola Metilde
contender tel potea, se non rapirlo.
GISMONDA
1155
Né più l’ami?
METILDE
Ah Gismonda,
se ancor l’amassi, è in me già colpa il dirlo.
GISMONDA
Ma come mai?
METILDE
Ti basti
saper che sei felice. Al tuo contento
dona tutta te stessa
1160
né mi chieder ragion del mio tormento.
GISMONDA
Se mi rendi il caro bene,
a te devo il mio piacer.
Ma se penso a le tue pene,
a me par di non goder.
METILDE
1165
Godi pur del tuo contento
né ti affliga il mio penar.
Darò pace al mio tormento
con l’onor del non amar.