Meride e Selinunte, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA III
 
 DIONISIO e NICANDRO
 
 DIONISIO
 Nicandro, io lo condanno e ne ho rimorso.
 NICANDRO
1375Di risolvere è tempo.
 DIONISIO
 Ne la virtù de l’un non ben gastigo
 la perfidia de l’altro.
 NICANDRO
 Sovvengati la legge e ’l giuramento.
 DIONISIO
 E mi sovviene anche di Areta il pianto.
 NICANDRO
1380A chiederti dolente
 ella verrà la sua vendetta.
 DIONISIO
                                                 E l’abbia.
 NICANDRO
 Ma in Selinunte.
 DIONISIO
                                  Sì.
 NICANDRO
                                          Con la sua morte
 le passerai di nuova piaga il core;
 e qui per lui verserà pianti amore.
 DIONISIO
1385Come? Di Selinunte Areta amante?
 NICANDRO
 Più che del padre e di sé stessa. In volto
 ti turbi? Ira e dolor...
 DIONISIO
                                         Va’. Fa’ che tosto
 traggasi il condannato a la sua pena.
 NICANDRO
 Eseguirò... Ma...
 DIONISIO
                                 Non frappor dimora.
1390Già temea di punirlo. Or vo’ che mora.
 NICANDRO
 (Nel re trovo un rival; ma tal mi giova).