Meride e Selinunte, Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA VII
 
 DIONISIO e i suddetti
 
 DIONISIO
 Chi detto avria che, con sì franco aspetto
 e caldo ancor de l’altrui strage, osassi
 por piede in queste soglie, onde non esce
905un reo che condannato?
 Timocrate uccidesti. Il tuo delitto
 ti manifesta. E fu chi vide il ferro
 e ’l colpo e l’omicida.
 O comando schernito!
910O rotta fede! O mille colpe in una!
 Tutto era poco. Io non sapea l’ucciso
 e a l’uccisor porgea le braccia e alora
 ne facevi in tuo cor giubilo e festa.
 Ma poco ne godrai, ch’oggi avrai morte.
 MERIDE
915Non attender, signor, che in tal destino
 tenti discolpa o grazia implori. A morte
 troppe volte andai contro,
 per averla a temer; né perdon chieggo,
 dove error non conosco.
920Se Timocrate uccisi,
 provocato l’uccisi. Il tuo comando
 potea farmi obbliar le andate offese,
 non impor sofferenza ai nuovi insulti.
 Egli volle morire. Al sacro patto
925di una pace giurata io non mancai;
 in lui, che il profanò, lo vendicai.
 DIONISIO
 Ingiurie tu pretendi;
 ed io veggo ferite; e veggo in esse
 il mio sprezzo e ’l mio danno; e ne avrai morte.
 SELINUNTE
930Gran re, che di giustizia il vanto porti
 e di clemenza ancora,
 a’ miei non già, di Meride a’ trionfi...
 DIONISIO
 No no, tutti cancella
 l’ultima offesa i benefici antichi.
935Oggi morrà. Diedi mia fede e a questa,
 se la sprezza un vassallo, il re non manca.
 MERIDE
 Tu ’l vuoi. Giusta è la pena. A te dispiacqui.
 E questa è la mia colpa.
 Non si cangi il supplicio;
940né si ritardi. Un sol favore imploro.
 DIONISIO
 E che?
 MERIDE
                Sol per brev’ora
 uscir di Siracusa.
 Ritornerovvi, anzi che cada il giorno,
 e porterò sotto la scure il capo.
 DIONISIO
945Qual pegno lasceresti
 de la vita più caro?
 MERIDE
 Mia fede.
 DIONISIO
                     A cui mancasti?
 MERIDE
 Scortinmi i tuoi custodi.
 DIONISIO
 Facile è guadagnar l’anime vili.
 SELINUNTE
950Che più si cerca? Ostaggio per l’amico
 l’amico resterà.
 DIONISIO
                               Tu, Selinunte?
 Meride è condannato; e s’ei non riede,
 tu morresti per lui.
 SELINUNTE
                                      Mancare al forte
 può la gloria in morir ma non la morte.
 DIONISIO
955Avverti. Io non perdono,
 ove deggio punire.
 SELINUNTE
 Di vivere ho timor, non di morire.
 DIONISIO
 Pensa. Tanto di vita
 a te riman, quanto di spazio al giorno.
 SELINUNTE
960Il mio solo spavento è ’l suo ritorno.