Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698

 SCENA XI
 
 METILDE e GISMONDA da varie parti
 
 A DUE
 
    Quando s’ama, è una gran pena
1100il dover non amar più.
 
    E per forza di destino
 quando cara è la catena,
 trarre il cuor di servitù.
 
 METILDE
 Odoardo e Gismonda a me qui innanzi (Alle guardie che partono)
1105vengan tosto.
 GISMONDA
                           Ecco l’uno
 sodisfatto de’ voti.
 METILDE
 Gismonda...
 GISMONDA
                          Ecco, o Metilde, agli occhi tuoi
 e la mia colpa e l’amor mio presento.
 Sei tradita; ed io sola
1110tramai l’inganno. Io non dirò che caro
 Odoardo mi sia né ch’io l’adori.
 Prima ancor del mio labbro
 tel dissero abbastanza i miei languori.
 Se mediti vendette
1115scielga il giusto tuo sdegno
 la vittima che dee. Mora Gismonda;
 sol la sua vita ogni piacer t’invola.
 Viva Odoardo; il dono,
 che rival ti richiedo, è ’l morir sola.