Alessandro in Sidone (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIII
 
 CALANDRA e NILO
 
 CALANDRA
 Tanto agitato è Crate?
 NILO
 Quanto un mastin, cui venga tolto un osso.
 CALANDRA
 Per Fenicia era grande in lui l’amore.
 NILO
 Eh, Fenicia. Lo scherno è la sua rabbia.
1500Un filosofo, amore? Aman costoro
 per lor capriccio e, come gli altri fanno,
 per bellezza crudel pianger non sanno.
 CALANDRA
 No no, piangono anch’essi,
 spargon sospiri ardenti,
1505porgon suppliche umili; e que’ gran cori,
 che son per vanità diamante e bronzo,
 di una femmina al piè son vetro e cera.
 NILO
 Se aman tanto le belle,
 perché dir mal di quelle e dell’amore?
 CALANDRA
1510De’ filosofi, o Nilo,
 le belle altri disprezza e quei favori
 che pretender non puote
 o non sa meritar. Altri le accusa,
 perché appresso di lor sempre è infelice.
 NILO
1515Infelice? Perché?
 CALANDRA
                                   Grazia e vaghezza,
 servitù, gentilezza e leggiadria,
 più che filosofia piace al bel sesso.
 NILO
 E pur la bella Ipparchia arde per Crate.
 CALANDRA
 Misero gusto! Anch’essa
1520vorrà forse parer filosofessa.
 Ma Crate arde per lei?
 NILO
 Non può vederla; ed or che in Grecia ei torna...
 CALANDRA
 Parte Crate? E tu il segui?
 NILO
 Schiavo di lui son io. Ma nel palazzo
1525mi asconderò. Là non verrà; e se viene
 e se vorrà che a lui
 gli abiti suoi filosofali io renda,
 anch’io vorrò che in libertà mi ponga.
 CALANDRA
 E allor tu sarai mio...
 NILO
1530Servo fedel.
 CALANDRA
                         No. Mio...
 NILO
 Platonico amator.
 CALANDRA
                                   No no. Mio sposo.
 NILO
 Io sposo tuo?
 CALANDRA
                           Perché?
 NILO
                                            Non ci pensare.
 Questo appunto sarebbe
 uscir da un fiume e poi cader nel mare.
 CALANDRA
 
1535   Mio Nilino bello, bello,
 se rifiuti il viver meco
 un ingrato affé sei tu.
 
 NILO
 
    Calandrina cara, cara,
 teco a pranzo e a cena teco
1540io starò ma non di più.
 
 CALANDRA
 
    Per mio sposo, sì, ti accetto.
 
 NILO
 
 Per padrona ti prometto.
 
 CALANDRA
 
 Ma per altro?
 NILO
 Ma per moglie?
 
 A DUE
                               Guarda. Oibò.
 Non ti cerco, non ti vo’.
 
 CALANDRA
 
1545   Odi; tu non hai cervello.
 Sei indegno, mascalzone,
 di una sposa di tal sorte.
 
    Tu rifiuti un bel partito;
 ma farai la penitenza.
1550Senza te mel troverò.
 
 NILO
 
    La bevanda è troppo amara.
 Più che il legno del padrone
 mi spaventa una consorte.
 
    Da uno schiavo ad un marito
1555io non trovo differenza.
 E di quello io riderò.
 
 Il fine dell’atto quarto