Alessandro in Sidone (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 ALESSANDRO, EFESTIONE e STRATONE
 
 STRATONE
 (Sta sospeso Alessandro e, qual chi teme
 di agguato, intorno si riguarda e tace.
 Ah, tradito io sarei?)
 ALESSANDRO
                                         Stratone, in questo
 loco, lo crederesti?
1345v’è chi macchina insidie.
 STRATONE
 (Oh perfido Addolonimo).
 EFESTIONE
                                                   Si turba. (Piano ad Alessandro)
 ALESSANDRO
 E insidie alla mia vita.
 STRATONE
 (Core, a te non mancar, s’altri ti manca).
 Re, non intendo. A me tu parli in guisa
1350che o il reo credi presente o tal lo fingi.
 ALESSANDRO
 Noi siam qui soli. Efestion mi è fido.
 STRATONE
 E Straton ti è nimico
 ma un nimico ch’è re. Se giù del trono
 ti potesse balzar forza e valore,
1355far saprei di quest’armi uso in tuo danno;
 ma per alma real vile è l’inganno.
 EFESTIONE
 Chi sa d’esser tradito
 e ignora il traditor, lo teme in tutti.
 ALESSANDRO
 E Alessandro qui ’l teme.
1360Leggi. E tu là ricerca (Ad Efestione. Dà a Stratone il foglio di Addolonimo)
 se, qual angue entro siepe, altri si appiatti.
 EFESTIONE
 Sol qui lasciarti?
 ALESSANDRO
                                  Eh, vanne. A regio petto (Stratone legge)
 una forte difesa è un gran sospetto. (Efestione entra nel gabinetto)