Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698

 SCENA IV
 
 RICCARDO, EDUINO
 
 RICCARDO
 Signor, con occhio d’ira (Eduino si ferma, guardando fisso Riccardo)
 tu mi riguardi. In veder salvo Enrico
 nel tuo cuor mi condanni e reo ti sembro.
 EDUINO
930Ah Riccardo, Riccardo. (Scuotendo il capo)
 RICCARDO
 Ma se a qualche discolpa
 v’è per me luoco...
 EDUINO
                                    E che puoi dir?
 RICCARDO
                                                                  Vedrai
 che fedel ti son io, se t’ingannai.
 EDUINO
 Perfido! (Passeggi senza più guardarlo)
 RICCARDO
                    Or che dal primo
935impeto del furor l’alma hai composta,
 d’un ingiusto commando
 forse un tacito orror senti in te stesso.
 L’inganno approvi. Esecutor s’io n’era,
 più t’offendea.
 EDUINO
                              Così ubbidirmi? (Più furioso passeggi)
 RICCARDO
                                                               Intendo
940il poter di chi regna,
 il dover di chi serve.
 E di zelo e di fede
 più difficili prove a me dovevi
 chieder, o sire. In mezzo a l’armi, il sangue
945avrei sparso per te. Ti avrei seguito
 sino a l’ultimo spirto.
 Ma voler che il mio onor...
 EDUINO
                                                  Tu m’hai tradito. (Entra furioso seguito dalle guardie)