Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698

 SCENA XVI
 
 RICCARDO
 
 RICCARDO
 Che mi dite, o pensieri? A qual di voi
 ceder convien? Quindi amicizia e quindi
810tradito amor frena e risveglia a l’ire
 l’anima irresoluta.
 Fra Odoardo e Gismonda
 vacilla il cuor. Di questa
 non mi so vendicar, se quel non perdo.
815Punirò l’infedel? Sì, non è giusto
 che vada impune e del mio duol sen rida.
 Ma ch’io perda il mio re? Che in lui tradisca
 la pubblica salute? E le più sacre
 leggi d’amico e di vassallo offenda?
820Ah Riccardo, sei nato
 suddito, non amante. Il primo affetto
 è più giusto de l’altro e sia più forte.
 Sacrifica a ragion la tua vendetta
 e ceda nel tuo core
825senso a natura, ad amicizia amore.
 
    Che più mi chiedi, amor?
 Quando mi parla onor,
 più non ti sento.
 
    So ben che tu mi puoi
830render felice un dì;
 ma se crudel mi vuoi,
 non compro il disonor
 con un contento.