Alessandro in Sidone (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA V
 
 CRATE
 
 CRATE
 Crate, che mai facesti?
 Tu dal piacer, tu da l’amor sedotto
1315sino a vestir spoglie sì vili e strane?
 Una femmina, o duolo!
 del tuo austero rigor trionfa e gode.
 Un garzone, o vergogna!
 ad un saggio rinfaccia i falli suoi.
1320Ma qual saggio? Ove il senno? Il pallio? Il sacco?
 Cinica povertade, io ti ho tradita.
 Filosofiche leggi, io vi ho neglette.
 Antistene, a’ tuoi dogmi ecco un ribelle.
 Diogene, a’ tuoi esempi ecco un ingrato.
1325I frutti vostri, i vanti miei son questi.
 Crate, che mai facesti?
 
    Che facesti? Io tel dirò.
 Perdesti, nei seguir bellezza e amore,
 de’ studi e de l’onore i vanti e i passi.
 
1330   Infelice! Or che farò?
 Correte, o funi, o lacci, a incatenarmi.
 Volate a lapidarmi, o pietre, o sassi.