Alessandro in Sidone (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1721

 SCENA VI
 
 STRATONE, poi ADDOLONIMO
 
 STRATONE
555Ben taceste, ire mie. Sul labbro uscendo,
 potevate tradir la mia vendetta.
 ADDOLONIMO
 Che mi chiede il mio re?
 STRATONE
                                                Tuo re son io
 anche dopo i miei ceppi?
 ADDOLONIMO
 Dal sacro giuramento
560che diedi a te, quando occupasti il trono,
 or non mi assolve il tuo destino avverso.
 STRATONE
 Il tuo re la tua patria a te confida
 e da te spera libertà e salvezza.
 Addolonimo, hai cor per sì grand’opra?
 ADDOLONIMO
565Giusta ella sia, cor per trattarla io t’offro.
 STRATONE
 Del cimento non fia
 né la gloria minor né la mercede.
 ADDOLONIMO
 Se mi muove ragion, premio non cerco.
 STRATONE
 Mio genero e mio erede,
570due gran beni otterrai, Fenicia e ’l regno.
 ADDOLONIMO
 La grandezza del prezzo
 faria ad altri lusinga, a me fa tema.
 La mia innocenza o la mia fé si tenta.
 STRATONE
 Rispetto entrambe. Al tuo valor sol mostro
575come renderti illustre.
 ADDOLONIMO
                                            E che far deggio?
 STRATONE
 Alessandro svenar. Nel tuo giardino
 solo e sovente in sul meriggio ei viene
 a cercar le fresch’ombre e i dolci sonni.
 Là con man forte, inosservato, un colpo
580osa a comun riposo, a tua grandezza.
 Su, Addolonimo, ardire.
 ADDOLONIMO
                                               Aimè! Che intesi?
 Così misero io son, sì vil son io,
 fino ad esser eletto
 di sì orribil misfatto empio ministro?
 STRATONE
585Misfatto il tor di vita un rio tiranno?
 Hai pietà di Alessandro?
 Non del tuo re? Non di Fenicia? Attendi;
 e per barbaro cenno
 la misera vedrai sposa d’uom vile,
590d’Aristippo o di Crate.
 ADDOLONIMO
 Oh dio! Tutto è sciagura;
 ma se a questi e più gravi orridi mali
 non v’è, fuor che la colpa, altro riparo,
 innocenza si salvi
595e del resto la cura al ciel si lasci.
 STRATONE
 No, si lasci a Straton. Tu ne sarai
 spettatore ozioso.
 Già sai solo il mio cor. Vanne. Tradisci
 il padre di Fenicia; io vi consento.
600Forse a chi par gran colpa una vendetta,
 parrà nobile impresa un tradimento.