Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698
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Copia
SCENA XI
METILDE e GISMONDA
GISMONDA
(Cada in me, giusti numi,
tutto il furor).
METILDE
(Degg’io dar fede al guardo?
Darla a l’udito? E non sognai? L’ingrato
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amor mi giura e poi mel niega? Inganna
e poi niega ingannarmi?)
Ma, Gismonda, poc’anzi
che ti dicea?
GISMONDA
Di sempre amarti.
METILDE
Or come
ritratta i voti?
GISMONDA
Al par di te confusa
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il mio stupor mi accusa.
METILDE
Ti accusa, sì. L’intendo
più che non pensi.
GISMONDA
Ah!...
METILDE
Parti.
GISMONDA
Deh l’ultima vendetta
non affrettar. Potrà pentirsi...
METILDE
Io stessa
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col mio cuor consigliarmi
saprò, non ben risolta
fra sdegno e amor.
GISMONDA
La tua pietade ascolta.
Placati, spera; e un dì
potrà chi ti schernì
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pentirsi e amarti.
Da un cuor tutto rigor
pietade ottien pietà,
amore ottiene amor,
non disperarti.