Lucio Papirio dittatore, Venezia, Pasquali, 1744 (Lucio Papirio)

 LICENZA
 
 Quell’austera virtù, per cui cotanto
 andò la prisca Roma altera e illustre,
 fu, col nome di zelo e di fortezza,
 crudeltade e alterezza.
1500Ma tu, che del romano inclito impero
 siedi all’alto governo, augusto Carlo,
 il pregio hai d’esser forte,
 non di parerlo. Tua virtù in sé gode
 nel merito dell’opra
1505e non nell’altrui lode.
 Quindi a ragion la prima
 a te viene in ossequio,
 la tua passa in esempio. O sotto Carlo
 popoli fortunati,
1510un secolo sortiste
 a virtù vera amico, in cui se ognuno,
 con l’idea di piacere
 all’ottimo de’ prenci, il buon non calca
 sentiero della gloria,
1515dell’uomo e non del tempo è vizio e colpa.
 E tu felice giorno,
 cui non candida pietra
 ma il gran nome immortal segna ne’ fasti,
 oh qual ne riconduci almo diletto!
1520E qual per lungo corso
 ricondurrallo a noi propizia etade!
 Sì, viva Carlo. Amico cielo aggiunga
 i nostri a’ giorni sui;
 e col pubblico bene,
1525anche il pubblico amor riposi in lui.
 
    Carlo augusto, ottimo Carlo,
 grande al par di tua virtude
 sia il tuo bene e il nostro amor.
 
    E qual tu sai meritarlo,
1530giusto, pio, costante e prode,
 tuo sia il pregio d’ogni lode;
 tuo l’impero d’ogni cor.
 
 CORO
 
    Festeggino, rimbombino
 in alto suon di giubilo
1535di Carlo al nome augusto applausi e canti.
 
    Ma più di sua grand’anima,
 e la costanza intrepida
 e la pietà magnanima
 dal lieto nostro amor s’applauda e canti.