Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698

 SCENA VIII
 
 ODOARDO, METILDE e GISMONDA
 
 ODOARDO
 (Qui Metilde e Gismonda?
565Che dovrò dir?)
 METILDE
                                L’ora fatal pur giunse
 de la tua libertà, caro Odoardo.
 Volle serbarmi il cielo
 tanta felicità. Metilde sola
 non potea meritar che tu l’amassi.
570Era d’uopo che il caso
 concorresse a bearmi e a far che amante
 con più merito e gloria
 tutto il mio cuor ti comparisse inante.
 GISMONDA
 (Alma mia, datti pace).
 ODOARDO
575Principessa... (Ah Gismonda!)
 METILDE
 Ma, signor, chi si oppone
 al mio piacer? Perché ti turbi? Il volto
 non mi parla da amante;
 gli occhi non son tranquilli. Hai tanta pena
580a svelarmi il tuo amore?
 Dillo, parla, trionfa,
 con l’esempio del mio, del tuo rossore.
 GISMONDA
 (Vuole e non vuol, brama e si pente il cuore).
 ODOARDO
 (O ciel! L’ingannerò?)
 METILDE
                                           Tu taci ancora?
585La vita che ti salvo,
 il regno che ti rendo,
 il cuor che ti presento
 son di prezzo sì vile? Ed io finora
 perdute inutilmente
590ho le speranze, i voti? E osò poc’anzi
 ingannarmi Gismonda? Ah se tradita
 m’avete entrambi, ancora
 l’inganno mio vi costerà la vita.
 GISMONDA
 Pietà di noi. (Ad Odoardo)
 ODOARDO
                           L’ire sospendi, o bella,
595e ’l mio tacer non accusar. Con l’alma
 a’ tuoi voti applaudia. Volea tacendo
 per timor di dir poco
 lasciarti in libertà di sperar tutto.
 Ciò che ’l cuor tacque, or ti conferma il labbro.
600Sì, Metilde, e se grato
 mi ritrovi a’ tuoi doni e son qual chiedi,
 non d’ingiuste ritorte,
 non d’iniquo destin fiacco timore
 ma (forza è ’l dirlo) a ciò m’astringe... amore. (Verso Gismonda)
 GISMONDA
605(Che ascolto? Amor?)
 METILDE
                                          Non più, mia vita. O troppo
 fortunata Metilde!
 O mia sorte! O piacer! Ma che più tardo?
 Vado l’opra a compir. Certo è ’l mio bene,
 anche il tuo si assicuri. Un giorno stesso
610splenda per noi sereno;
 e ci veda egualmente
 te ne l’Anglia regnar, me nel tuo seno.
 
    Tutta giubilo e tutta amore
 parto, sì, ma resta il core.
615Ei ti parli e ti risponda.
 
    Tu comprendi il suo gran fuoco
 dal piacer che già l’inonda.