Lucio Papirio dittatore, Venezia, Pasquali, 1744 (Lucio Papirio)

 SCENA IV
 
 MARCO FABIO
 
 MARCO FABIO
 Tutta a sì mesto addio l’alma si scosse
 e padre mi sentii.
 O romana alterezza!
1085Perché dal ciglio risospingi il pianto?
 Questa non è fortezza, è crudeltade.
 Possiamo a’ nostri affanni
 negar lo sfogo ma non torre il senso;
 e celando il dolore,
1090sta nel volto l’eroe, l’uomo nel core.
 
    A torrente, che cresce ed inonda,
 por argine o sponda
 lo fa più orgoglioso.
 
    Ei trae seco que’ faggi e que’ sassi;
1095e tumido vassi,
 sinché in piano più libero e aperto
 spande l’onda, men gonfio e spumoso.