Lucio Papirio dittatore, Venezia, Pasquali, 1744 (Lucio Papirio)

 SCENA IX
 
 COMINIO e LUCIO PAPIRIO
 
 COMINIO
 Signor, che contra Fabio
 armi il poter, le leggi...
 LUCIO PAPIRIO
                                            A tempo ei giunge.
 COMINIO
 S’anche tutti al tuo piè stesser prostrati
800e tribuni e soldati,
 so che vano saria per lui pregarti
 di perdono e di vita.
 LUCIO PAPIRIO
 Clemenza intempestiva è codardia.
 COMINIO
 Regna nel roman petto
805un tal di gloria affetto
 che si svenan per lui pietà e natura;
 e fin la tirannia passa in virtude.
 LUCIO PAPIRIO
 Cieca è giustizia, non distingue oggetti;
 e punisce il delitto, ovunque il trova.
 COMINIO
810Ma tu lo trovi in tutti e un sol punisci.
 LUCIO PAPIRIO
 Dell’opre, o buone o ree, la lode o il biasmo
 cade sul duce; ei pecca in tutti; e tutti
 si puniscono in lui.
 COMINIO
 Fabio da’ tuoi costretto uscì a battaglia.
 LUCIO PAPIRIO
815Ne’ governi civili e militari
 tutto procede col suo grado. Il basso
 serve al maggiore ed il maggiore al sommo.
 Fabio aveva i miei cenni, il campo i suoi.
 Ei vi resse alla pugna e fece il fallo.
820Voi pugnaste, lui duce, e pregio aveste.
 Al vietato conflitto
 voi con merito andaste, ei con delitto.
 COMINIO
 Non v’ha dunque ragion che salvi a Roma
 un eroe per cui vinse?
 LUCIO PAPIRIO
825Al popolo appellossi; e sempre incerti
 son del vulgo i giudizi.
 COMINIO
 Saran giusti, se liberi. Gli sdegni
 d’un dittator fan troppa violenza
 a’ voti della plebe,
830che spesso si condanna l’innocente
 per timor del potente.
 LUCIO PAPIRIO
 Non tua ragion, mi move
 natural senso dell’altrui sciagura.
 Fa’ che duci e soldati,
835fuor di mia tenda, or ora
 schierinsi in ordinanza. Vedran tutti
 che chiaro era il misfatto e giuste l’ire;
 e chi può perdonar potea punire.
 COMINIO
 
    Col vincer te stesso,
840vittoria riporti
 d’ogni altra maggior.
 
    Né darti né torti
 può sorte quel vanto
 che sol t’è concesso
845dall’alto tuo cor.