Lucio Papirio dittatore, Venezia, Pasquali, 1744 (Lucio Papirio)

 SCENA VI
 
 QUINTO FABIO e PAPIRIA
 
 QUINTO FABIO
 (Mi scaccia il padre? O fulmine che abbatte
650quanto ho vigore in petto!)
 PAPIRIA
 (Sostenetevi, o sdegni;
 voi soli esser potete il mio riposo).
 QUINTO FABIO
 Papiria, anima mia...
 PAPIRIA
                                          Scostati.
 QUINTO FABIO
                                                            O cieli!
 Contro di Fabio tu, mia sposa, ancora?
 PAPIRIA
655(Che pena è simular con chi s’adora!)
 Sposa non più ma figlia;
 e non ascolto chi è nimico al padre. (In atto di partirsi)
 QUINTO FABIO
 I miseri ognun fugge.
 Deh, ferma. (Prendendola per una mano)
 PAPIRIA
                          Di Papiria
660lascia la mano, ond’io m’asciughi il pianto,
 e va’ quella a fermar che ti minaccia.
 QUINTO FABIO
 Nulla più temo, o cara,
 dell’odio tuo.
 PAPIRIA
                           Nol teme
 chi Lucio offende.
 QUINTO FABIO
                                    Lucio
665è il carnefice mio.
 PAPIRIA
                                    Tu il provocasti.
 QUINTO FABIO
 L’aver vinto è il mio fallo.
 PAPIRIA
 Non fa la tua vittoria,
 misero, i mali tuoi, gli fa il tuo orgoglio.
 QUINTO FABIO
 Tu vedesti nel campo
670e le verghe e le scuri.
 PAPIRIA
                                         E vidi ancora,
 più del giudice offeso, il reo feroce.
 QUINTO FABIO
 Tanto senso per lui? Per me sì poco?
 PAPIRIA
 Amar non può la figlia,
 se non perdona il padre.
675L’ira di lui tra questo core e il tuo
 s’è posta e, quasi insuperabil muro,
 ne stacca e ne divide.
 Chiedi grazia e perdono;
 ei si plachi, ei t’abbracci; e sposa io sono.
 QUINTO FABIO
680O più del genitor figlia crudele!
 Ei m’insidia la vita e tu la fama.
 PAPIRIA
 Ambe il littor minaccia, io vo’ salvarle.
 QUINTO FABIO
 E un Fabio si vedrà chino e sommesso?
 PAPIRIA
 Lucio solo vedrallo.
 QUINTO FABIO
                                      E il saprà Roma.
 PAPIRIA
685Non è gloria ostinarsi in alterezza.
 QUINTO FABIO
 Posso implorar pietà senza ottenerla.
 PAPIRIA
 In tuo soccorso allor verrà il mio pianto.
 QUINTO FABIO
 Perché a Lucio abbassarmi,
 quando il popol roman dee giudicarmi?
 PAPIRIA
690Non t’assolse il Senato;
 e giudizio miglior speri dal vulgo?
 QUINTO FABIO
 E se questo m’assolve?
 PAPIRIA
 Condannato dal padre,
 vivrai con l’odio suo, vivrai col mio.
 QUINTO FABIO
695Crudel! Dunque degg’io
 e perderti morendo?
 E perderti vivendo? Ah! Di due mali
 il peggiore si fugga.
 Morasi pure. A Lucio
700vado a implorar mia pena. Addio, Papiria.
 Ma almeno oltre al sepolcro
 l’odio tuo non mi segua.
 PAPIRIA
 Sì, vanne al dittator. Fa’ ch’ei ravvisi
 in te non il feroce
705genero ma il pentito. Io ti precedo
 per disporlo al perdono.
 Non diffido del padre;
 né dispero del giudice. Poi lieti
 cara vita godrem, dolce riposo;
710e allora in abbracciarti
 dirò: «Fabio, mio sposo».
 
    Tu sei mio caro ardor;
 tu sei mio dolce amor;
 e senza te non ho,
715dirò, né cor né vita, idolo mio.
 
    Ma in ira al genitor,
 mia pena sei, mio orror;
 son miei gli affetti sui;
 e con l’odio di lui, t’abborro anch’io.