Lucio Papirio dittatore, Venezia, Pasquali, 1744 (Lucio Papirio)

 SCENA II
 
 SERVILIO e RUTILIA
 
 SERVILIO
530Rutilia, egli è costume
 delle umane vicende
 che alternino fra loro il bene e ’l male.
 Partito il caro amante, ecco il noioso.
 RUTILIA
 Se sai d’esser molesto, a che cercarmi?
 SERVILIO
535Disprezzato, ho il piacer del vendicarmi.
 RUTILIA
 Nuova foggia d’amar per dispiacere;
 o forse aman così l’alme plebee?
 SERVILIO
 Che più dirai, se di novelle infauste
 apportator mi scorgi?
 RUTILIA
540Che sarà? Da sinistro
 corbo non s’ebber mai lieti presagi.
 SERVILIO
 Con ire e con rancori
 tra Lucio e Marco, in pien Senato, a lungo
 si contese per Fabio.
 RUTILIA
545Qual fu de’ padri, ivi raccolti, il voto?
 SERVILIO
 Non assoluto il reo,
 non condannato il vincitor, fremendo
 invan l’uno, invan l’altro,
 si disciolse il Senato.
 RUTILIA
                                         E in mano ancora
550resta del dittator la nobil vita?