Lucio Papirio dittatore, Venezia, Pasquali, 1744 (Lucio Papirio)

 SCENA V
 
 PAPIRIA e RUTILIA
 
 PAPIRIA
 Rutilia, ah!
 RUTILIA
                        Che t’affligge?
 PAPIRIA
 Parte il padre turbato
80né so perché. L’alma è in tumulto e in pena;
 e la cagion m’è ignota.
 Orridi spettri, sanguinosi, infausti
 sognai; ma desta ancora
 parmi avergli presenti. O dei! Che fia?
 RUTILIA
85Quando l’idol che s’ama
 è lontano da noi,
 tutto ne fa timor, tutto ne spiace.
 Se il tuo Fabio qui fosse...
 PAPIRIA
 Se il mio Fabio qui fosse, avrei più pace.
 RUTILIA
 
90   Alla candida agnelletta,
 che si mira a pascer sola,
 non diletta
 fresco prato o molle erbetta.
 
    Ma se vede che a lei riede
95la sua fida amata guida,
 si consola; e a lei d’intorno
 e scherzando e saltellando,
 or la fugge ed or l’aspetta.
 
 PAPIRIA
 Mira; e sii più giuliva.