Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719, con annotazioni autografe

 SCENA X
 
 QUINTO FABIO, seguito dall’esercito, sopra gran carro trionfale, tirato da schiavi sanniti, il qual carro si viene avanzando sopra il fiume su cui gettasi un ponte da’ soldati, al suono di sinfonia militare Esce Quinto Fabio sul carro e capi dell’esercito, seguito dai [illeggibile] soldati tirato dagli schiavi sanniti; esso carro è preceduto dai trombeti e dai timpanisti e da 24 soldati. Gli altri 24 vengono dietro il medesimo carro. Alcuni di essi gittano il ponte sul Tevere e sopra esso si avanzerà il carro. Al replicare della prima parte dell’aria si cali il ponte levatoio, da cui calavano Papiria e tutti quelli i 24 del popolo coi loro capi.
 
 QUINTO FABIO
 
    Qual piacer, o Tebro invitto,
255che verdeggi a le tue sponde
 l’ombra ancor de le mie palme!
 
    E che a te del già sconfitto
 Sannio audace errino intorno
 le dolenti e squallid’alme! (Scende dal carro)
 
260Quella è Roma, o guerrieri,
 meta de’ nostri voti. Ivi per noi
 s’agita nel Senato
 la ragion del trionfo. Il porvi piede,
 pria di udirne il voler, parrebbe orgoglio
265e vincitor modesto ottien più lode. (S’apre la porta della città e calandosene il ponte levatoio, n’esce Papiria seguita dal popolo di Roma che tiene in mano rami e ghirlande di alloro) Escono dalla porta della città i 24 del popolo e i loro capi portando insieme coi i rami e le ghirlande di alloro.