Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719, con annotazioni autografe

 SCENA VI
 
 COMINIO seguito dal popolo e le suddette Escono con Cominio i 24 del popolo. Canti il coro dietro la scena.
 
 COMINIO e ’l POPOLO
 
100   Viva Fabio, viva, viva.
 
 RUTILIA
 Del giubilo comun l’ultime a parte
 noi saremo, o Cominio?
 COMINIO
 Vinti sono i Sanniti e Fabio ha vinto;
 e pria che manchi il giorno
105abbraccerai, cinto di lauro il crine,
 tu ’l fratel, tu lo sposo.
 PAPIRIA
 Oggi in Roma, in trionfo
 rivedrò Fabio? E sarà vero? O gioie!
 RUTILIA
 Or va’, credi a’ tuoi spettri.
110Eran quei che sognasti
 l’ombre infelici de’ nemici estinti.
 PAPIRIA
 Qual fu la pugna? La vittoria? Il core
 più gode alor che più conosce il bene.
 COMINIO
 Disposte le nostr’armi
115erano al gran conflitto. Infausti o dubbi
 diè ’l pullario gli auguri.
 Temé Lucio gli dii.
 RUTILIA
                                     Venne e placolli.
 COMINIO
 Quinto a regger le schiere
 rimase. Avea divieto
120né ardia pugnar. Fiero il nemico intanto
 ci provoca, c’insulta.
 Ordin non ha, non legge.
 Lontano il dittator, crede il superbo
 che più nel nostro campo
125non sien romani o sien rimasti i vili.
 PAPIRIA
 Nemico che non teme,
 il più facile è sempre ad esser vinto.
 COMINIO
 Fabio lo vede e ’l soffre.
 Ov’è ’l tuo cor? Sei tu romano? Il sangue
130hai tu de’ Fabi? Io sì ’l rampogno e sgrido.
 Del dittator la legge
 non ti vieta il pugnar, quando la pugna
 sia un sicuro trionfo.
 RUTILIA
 Generoso consiglio!
 COMINIO
135Scosso a’ miei detti, ordina, accende e muove
 le schiere; esce del campo, assale ed urta
 improvviso i Sanniti.
 Sorpresi, sbigottiti
 piegano al primo incontro.
140Necessità poi li fa forti. Io, duce
 de’ cavalli, gli spingo
 nel folto e aprir nol posso.
 Prendo nuovo consiglio.
 Fo che a’ destrieri il morso
145sia tratto. A sciolto corso
 entrano ne la mischia; e nulla al loro
 impeto più resiste.
 Ventimila nemici
 mordon l’arena. Gli altri
150van prigioni o dispersi. Un solo giorno
 de la guerra ha deciso; e a la vittoria
 nulla manca di grande:
 campo, spoglie, trofei, conquiste e gloria.
 PAPIRIA
 O caro sposo! Ei riede
155qual dovea, qual l’attesi.
 RUTILIA
 Né a te, prode guerrier, manca il suo pregio.
 PAPIRIA
 Ma ’l padre che dirà? Che ’l dittatore?
 COMINIO
 A lui può non piacer l’utile colpa,
 se pur v’è colpa in opra
160che approvaro gli dei con lieto evento?
 PAPIRIA
 Nol so. So che ’l cor mio non è contento.
 
    Sento applausi, miro allori,
 Roma eccheggia, il Tebro esulta;
 e ’l mio tenero cor languendo sta.
 
165   Dico a lui: «Bando ai dolori»;
 ei sospira e non lo fa.
 Chiedo a lui perché si accori;
 egli tace e non lo sa. Partono con Papiria i 24 del popolo.