Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719, con annotazioni autografe

 ARGOMENTO
 
    L’anno di Roma 430, Lucio Papirio Cursore fu creato dittatore nella guerra contra i Sanniti. Egli nominò per suo maestro de’ cavalieri Quinto Fabio Rutiliano, figliuolo di Marco Fabio, già tre volte consolo e una dittatore di Roma. Giunto Papirio ad Imbrinio in faccia al campo nemico, gli fu ordinato dagli aruspici che, prima di venire ad un fatto d’arme, si portasse in Roma a rinnovare gli auspici e a placar gli dii. Tanto egli fece e lasciò la cura dell’esercito a Quinto Fabio, con ordine che non dovesse intanto combattere a verun conto contra i Sanniti. Dalla disubbidienza di Quinto che, presa la congiuntura, attaccò e vinse i nemici, nacque lo sdegno del dittatore, il quale, a gran passi ritornato al campo, lo condannò ad esser battuto con le verghe e poi decapitato con la mannaia dai littori. Quinto si refugiò tra le legioni romane da lui concitate a tumulto e poi di notte sen fuggì in Roma, dove Marco Fabio, suo padre, appellò prima al Senato e dipoi al popolo. Niuna cosa poté mai placare l’animo di Papirio a perdonare al colpevole, se non le preghiere che gliene fecero i tribuni della plebe in nome del popolo romano. Queste ed altre circostanze del fatto veggonsi nell’VIII libro della prima Deca di Tito Livio, da cui pur si raccoglie che a Lucio Cominio, uno de’ capitani della cavalleria romana, sortì di sbaragliare e porre in rotta i Sanniti col levare a’ cavalli i morsi e le briglie e spingerli a tutto corso contro di loro. Per maggior viluppo del dramma si è data per moglie a Quinto Fabio Papiria, figliuola del dittatore; e di più vi si sono inseriti gli amori del suddetto Cominio e di Publio Servilio, tribuno della plebe, con Rutilia sorella di Quinto Fabio. Per serbare inoltre l’unità del luogo e del tempo si è fatto accostare a Roma Quinto Fabio con parte dell’esercito dopo la vittoria ottenuta.