Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719

 LICENZA
 
 Quell’austera virtù, per cui cotanto
 andò la prisca Roma altera e illustre,
 fu col nome di zelo e di fortezza
 crudeltade e alterezza.
1500Ma tu, che del romano inclito impero
 siedi a l’alto governo, augusto Carlo,
 il pregio hai d’esser forte,
 non di parerlo. Tua virtù in sé gode
 nel merito de l’opra
1505e non ne l’altrui lode.
 Quindi a ragion la prima
 a te viene in ossequio,
 la tua passa in esempio. O sotto Carlo
 popoli fortunati,
1510un secolo sortiste
 a virtù vera amico, in cui se ognuno,
 con l’idea di piacere
 a l’ottimo de’ prenci, il buon non calca
 sentiero de la gloria,
1515de l’uomo e non del tempo è vizio e colpa.
 E tu felice giorno,
 cui non candida pietra
 ma ’l gran nome immortal segna ne’ fasti,
 oh qual ne riconduci almo diletto!
1520E qual per lungo corso
 ricondurrallo a noi propizia etade!
 Sì, viva Carlo. Amico cielo aggiunga
 i nostri ai giorni sui;
 e col pubblico bene
1525anche il pubblico amor riposi in lui.
 
    Carlo augusto, ottimo Carlo,
 gran al par di tua virtude
 sia ’l tuo bene e ’l nostro amor.
 
    E qual tu sai meritarlo,
1530giusto, pio, costante e prode,
 tuo sia ’l pregio d’ogni lode,
 tuo l’impero d’ogni cor.
 
 CORO
 
    Festeggino, rimbombino
 in alto suon di giubilo
1535di Carlo al nome augusto applausi e canti.
 
    Ma più di sua grand’anima,
 e la costanza intrepida
 e la pietà magnanima
 dal lieto nostro amor si applauda e canti.
 
 Il fine