Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA XV
 
 MARCO FABIO, QUINTO FABIO e i suddetti
 
 MARCO FABIO
 Roma un reo ti togliea. Mia man tel rende. (Marco Fabio preso per una mano Quinto Fabio lo presenta al dittatore)
 Non fia ver ch’io rimiri
 aquile opposte ad aquile, aste ad aste
 e romani a romani. Un sol si sveni
1395a la pubblica pace.
 Io sarò senza erede
 ma Roma senza colpa. Il fabio sangue
 è presidio a la patria e non periglio.
 Signor, tue leggi adempi. Eccoti il figlio.
 LUCIO PAPIRIO
1400O magnanimo cor, per cui fia illustre
 di Roma anche la colpa!
 Deh! Potessi quel capo,
 che tu rendi a la scure,
 a la scure sottrar. Siediti, o Marco; (Si leva dal suo seggio)
1405e tu sii dittator, giudice sii
 ne la causa del figlio.
 Assolvilo, se puoi. No, che tu stesso,
 sordo a le voci di natura, quelle
 sol de le leggi e de la patria udresti.
1410Quinto, or tu che dirai? Vedi qual male
 succeda al primo. Uno fa esempio a l’altro.
 QUINTO FABIO
 Tale è l’orror che del mio fallo or sento
 che, se tu l’assolvessi,
 io stesso il punirei. Solo per tutti
1415a te basti il mio sangue.
 COMINIO
                                              O basti il mio.
 Del conflitto di Fabio,
 del tumulto del campo il reo son io.
 RUTILIA
 O generoso...
 LUCIO PAPIRIO
                           Tacciasi. Il tribuno (Vedesi scendere Servilio dall’alto seguito dal popolo, dai soldati, eccetera)
 col popolo a noi viene.
 PAPIRIA
1420(Spunta ancor nel mio sen raggio di spene).