Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA V
 
 RUTILIA e COMINIO
 
 RUTILIA
 Sgridi, imperi, minacci,
 di padre non farà sdegno o comando
1100ch’io non ami Cominio,
 ch’io non sprezzi Servilio.
 COMINIO
 Ma Servilio può darti
 la vita di un fratello.
 RUTILIA
 Faccialo, ne avrò stima, amor non mai.
 COMINIO
1105Ah! Non di te, temo del padre.
 RUTILIA
                                                          Il padre
 diè lusinghe al tribuno,
 qual chi presso al naufragio
 ogni tavola afferra.
 COMINIO
 Piaccia agli eterni dii che Fabio viva.
 RUTILIA
1110Da la plebe, nemica dei patrici,
 poco di bene io spero.
 COMINIO
 Speralo dal mio amor. Son meco in Roma
 quelle che già ad Imbrinio
 pugnar fide coorti.
1115Con queste tra i littori e tra la plebe
 aprirommi il sentier. Salverò Fabio.
 Vendicherò di un dittator l’inganno...
 RUTILIA
 E dal pio genitor quella che brami
 nobil mercede avrai.
 COMINIO
                                         Che non degg’io
1120tentar per meritarti, idolo mio?
 
    Più cori, più vite
 dal cielo vorrei
 e a te le darei
 in arra di amor.
 
1125   Ma quanto in amarti
 mia fede può darti
 non è che una vita,
 non è che un sol cor.