Lucio Papirio dittatore, Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA VI
 
 QUINTO FABIO e PAPIRIA
 
 QUINTO FABIO
 (Mi scaccia il padre? O fulmine che abbatte
650quant’ho vigore in petto!)
 PAPIRIA
 (Sostenetevi, o sdegni.
 Voi soli esser potete il mio riposo).
 QUINTO FABIO
 Papiria, anima mia...
 PAPIRIA
                                          Scostati.
 QUINTO FABIO
                                                            O cieli!
 Contro di Fabio tu, mia sposa, ancora?
 PAPIRIA
655(Che pena è simular con chi si adora!)
 Sposa non più ma figlia;
 e non ascolto chi è nemico al padre. (In atto di partire)
 QUINTO FABIO
 I miseri ognun fugge.
 Deh! Ferma. (Prendendola per una mano)
 PAPIRIA
                            Di Papiria
660lascia la mano, ond’io m’asciughi il pianto,
 e va’ quella a fermar che ti minaccia.
 QUINTO FABIO
 Nulla più temo, o cara,
 de l’odio tuo.
 PAPIRIA
                           Nol teme
 chi Lucio offende.
 QUINTO FABIO
                                    Lucio
665è ’l carnefice mio.
 PAPIRIA
                                   Tu ’l provocasti.
 QUINTO FABIO
 L’aver vinto è ’l mio fallo.
 PAPIRIA
 Non fa la tua vittoria,
 misero, i mali tuoi, li fa il tuo orgoglio.
 QUINTO FABIO
 Tu vedesti nel campo
670e le verghe e le scuri...
 PAPIRIA
                                           E vidi ancora
 più del giudice offeso il reo feroce.
 QUINTO FABIO
 Tanto senso per lui? Per me sì poco?
 PAPIRIA
 Amar non può la figlia,
 se non perdona il padre.
675L’ira di lui tra questo core e ’l tuo
 si è posta e, quasi insuperabil muro,
 ne stacca e ne divide.
 Chiedi grazia e perdono;
 ei si plachi, ei ti abbracci e sposa io sono.
 QUINTO FABIO
680O più del genitor figlia crudele!
 Ei m’insidia la vita e tu la fama.
 PAPIRIA
 Ambe il littor minaccia, io vo’ salvarle.
 QUINTO FABIO
 E un Fabio si vedrà chino e sommesso?
 PAPIRIA
 Lucio solo vedrallo.
 QUINTO FABIO
                                      E ’l saprà Roma.
 PAPIRIA
685Non è gloria ostinarsi in alterezza.
 QUINTO FABIO
 Posso implorar pietà senza ottenerla.
 PAPIRIA
 In tuo soccorso alor verrà il mio pianto.
 QUINTO FABIO
 Perché a Lucio abbassarmi,
 quando il popol roman dee giudicarmi?
 PAPIRIA
690Non ti assolse il Senato;
 e giudicio miglior speri dal vulgo?
 QUINTO FABIO
 E se questo mi assolve?
 PAPIRIA
 Condannato dal padre,
 vivrai con l’odio suo, vivrai col mio.
 QUINTO FABIO
695Crudel! Dunque degg’io
 e perderti morendo?
 E perderti vivendo? Ah! Di due mali
 il peggiore si fugga.
 Morasi pure. A Lucio
700vado a implorar mia pena. Addio, Papiria.
 Ma almeno oltre al sepolcro
 l’odio tuo non mi segua.
 PAPIRIA
 Sì, vanne al dittator. Fa’ ch’ei ravvisi
 in te non il feroce
705genero ma il pentito. Io ti precedo
 per disporlo al perdono.
 Non diffido del padre;
 né dispero del giudice. Poi lieti,
 cara vita, godrem dolce riposo;
710e alora in abbracciarti
 dirò: «Fabio, mio sposo».
 
    Tu sei mio caro ardor,
 tu sei mio dolce amor
 e senza te non ho,
715dirò, né cor né vita, idolo mio.
 
    Ma in ira al genitor,
 mia pena sei, mio orror;
 son miei gli affetti sui;
 e con l’odio di lui, ti abborro anch’io.