Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA VII
 
 ORDOGNO armato stranamente, con seguito de’ suoi, uno de’ quali ne porta lo scudo, e i suddetti
 
 ORDOGNO
 Eccomi. Ov’è l’ardito
 che vuol meco pugnar da corpo a corpo?
 DON CHISCIOTTE
 Sei tu Pandafilando?
 ORDOGNO
1790Quegl’io son per chiarirti.
 DON CHISCIOTTE
 E don Chisciotte io son per ammazzarti;
 e qui pubblicamente ora ti sfido.
 ORDOGNO
 Pronto io sono; ma pria
 fermar convien di nostra pugna i patti.
 DON CHISCIOTTE
1795I miei son che, abbattuto,
 a lei tu renda il regno. (Accennando a Dorotea) Indi tu vada
 a Dulcinea che del Toboso è il giglio;
 a quella per mio cenno e da me vinto
 ti mostri e ti confessi; e in atto umile
1800le baci, non la man, ma il piè gentile.
 ORDOGNO
 A tutto adempirò, se fia ch’io cada.
 DON CHISCIOTTE
 Oh! Cadrà, vel prometto. (Agli altri)
 ORDOGNO
 Or ecco i miei. Se vincitore io fia,
 tu la legge da me prender dovrai.
1805Prometti di ciò far?
 DON CHISCIOTTE
                                       Perché tu scopra
 com’io m’impegni, ascolta. Io don Chisciotte,
 da errante cavalier, prometto ut sopra.
 SANCIO
 Or via. (Governator Sancio già parmi).
 TUTTI
 Al cimento, al cimento, a l’armi, a l’armi.
 DON CHISCIOTTE
1810No. Manca del cimento
 il rito più solenne. Alta regina, (Don Chisciotte s’inginocchia a’ piedi di Dorotea)
 per te l’armi già stringo;
 ma di tuo cavalier pria mi concedi
 il titolo ed il fregio. A le tue piante
1815questo imploro; e perdona
 se vantar non poss’io quel di tuo amante.
 LUCINDA
 (Rider convien). Giusto è ’l suo voto, o bella.
 DOROTEA
 Sorgi. È nostra sciagura
 il non averti amante. È nostra gloria
1820l’averti cavalier. Tal ti accettiamo.
 E questo ne sia il fregio. (Dorotea gli mette al collo una sciarpa)
 DON CHISCIOTTE
                                                Altro non bramo.
 Lo bacierei ma Dulcinea non vuole. (A Dorotea)
 ORDOGNO
 A me lo scudo. (Ordogno prende da’ suoi lo scudo)
 DON CHISCIOTTE
                               A me pur, Sancio, il mio. (Don Chisciotte lo prende da Sancio)
 ORDOGNO
 Su, vieni. Io già ti aspetto.
 ORDOGNO
1825(Or tempo è, Dulcinea, di rinforzarmi).
 TUTTI
 Al cimento, al cimento, a l’armi, a l’armi. (Suonano le trombe e siegue il combattimento, nel quale resta perditore don Chisciotte)
 ORDOGNO
 Vinto sei. Tal mi cedi o qui t’uccido.
 DON CHISCIOTTE
 Vinto io son?
 FERNANDO
                           Don Chisciotte, è ver. Sei vinto.
 DON CHISCIOTTE
 (Questo degl’incantesmi è il laberinto).
1830Tale mi rendo. (O impresa a me funesta!)
 ORDOGNO
 Di me, tuo vincitor, la legge è questa.
 
    Pronto e presto al patrio tetto
 rieda il vinto e un anno intero
 prigioniero
1835là rimanga e confinato.
 
    E finch’egli stia ristretto,
 più non legga un romanziero
 né mai più si vegga armato.
 
 DON CHISCIOTTE
 I libri miei legger non posso? Un anno
1840senz’armi e confinato? Andar degg’io,
 perché il giurai.
 SANCIO
                                (Signor governo, addio).
 LUCINDA
 Che piacevole idea! (A Fernando)
 FERNANDO
                                        Mi tragge al riso. (A Lucinda)
 DON CHISCIOTTE
 Ah! Voi ridete! Il cielo (A Fernando ed a Lucinda)
 potria punirvi e lo farà. Regina...
 DOROTEA
1845Mio cavaliere... O dio!
 Siamo entrambo infelici.
 DON CHISCIOTTE
 E ridendo mel dici?
 DOROTEA
                                       Alma reale
 serba ancor ne’ disastri il suo sereno.
 DON CHISCIOTTE
 Non so che dir. Ch’io sia già vinto, il veggo;
1850ma intenderlo non so. Sol creder posso
 o che incantato io sono o che tu stessa
 dei forse aver qualche gran colpa adosso.
 ORDOGNO
 Traggasi altrove il vinto. (I seguaci di Ordogno vanno intorno a don Chisciotte)
 DON CHISCIOTTE
 Un anno in casa a un cavaliere errante?
1855Un anno in casa? Andiam. Sorte assassina!
 Maledetta l’impresa ed il gigante. (Parte don Chisciotte con li seguaci di Ordogno)