Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA VIII
 
 MARITORNE ad una finestra e li suddetti
 
 MARITORNE
                                          Ah! Don Chisciotte,
 bell’idol mio.
 DOROTEA
                           Stelle! Che ascolto? O ingrato! (A don Chisciotte)
 MARITORNE
1450Vieni a me che ti aspetto.
 DON CHISCIOTTE
 Chi ha mai tanta baldanza?
 DOROTEA
 No, non t’infinger. Va’. Colà ti chiama
 la nuova amante. O gelosia crudele!
 DON CHISCIOTTE
 Forse ad altri favella.
 MARITORNE
1455Mio gentil don Chisciotte...
 DOROTEA
 Favella ad altri? Ah! Crudo.
 Questo, questo è ben altro
 che Dulcinea.
 DON CHISCIOTTE
                            Micomicona, taci.
 DOROTEA
 O ciel! Mal può tacer labbro geloso.
 DON CHISCIOTTE
1460Parla, se vuoi; ma il duol trattieni almeno;
 e per tuo onore e mio la voce abbassa.
 DOROTEA
 Sì, abbasserò la voce;
 ma il fiero duol de la mia speme uccisa
 tener non so. (Non so tener le risa).
 
1465   Sento che disperato
 piange l’amore in me.
 (O che bel pazzo egli è!) Crudel! Pazienza.
 
    Potresti amarmi, o ingrato,
 come talor si fa,
1470almen per civiltà. No? (Che innocenza!)