Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA II
 
 LOPE, SANCIO e poi MENDO. DON CHISCIOTTE di dentro
 
 LOPE
1225Ci arrida il cielo.
 SANCIO
                                  Ah! Lope. Vieni, vieni. (Uscendo dalla stanza di don Chisciotte)
 LOPE
 Dove?
 SANCIO
                Genti, accorrete.
 MENDO
                                                A che le strida?
 SANCIO
 Don Chisciotte combatte a corpo a corpo
 col gigante crudel Pandafilando.
 LOPE
 Con lui che quinci è lunge
1230duemille miglia? Eh! Va’. Sogni o deliri.
 DON CHISCIOTTE
 Ferma. Non fuggirai da don Chisciotte, (Don Chisciotte di dentro)
 mal nato cavalier, mago insolente.
 SANCIO
 Io sogno? Udiste? Egli è il gigante. Io stesso
 già ferito lo vidi; e perché forse
1235avea ben tracannato,
 dal suo ventre squarciato uscir mirai
 col sangue il vino.
 MENDO
                                   Il vin?
 SANCIO
                                                  L’odor non senti?
 MENDO
 Me infelice! (Entra correndo nella stanza di don Chisciotte)
 DON CHISCIOTTE
                          Fellone, invan resisti. (Don Chisciotte di dentro)
 SANCIO
 Egli è Pandafilando. (A Lope)
1240Già son governatore.
 MENDO
                                         Ah! Lope. Ah! Sancio, (Torna fuori affannato)
 son rovinato. Il maledetto pazzo,
 con la spada che stringe, ha già forati
 molti degli otri, ove il mio vin tenea.
 LOPE
 Perché nol trattenesti?
 MENDO
1245Non osai, così fieri e così cieco
 i colpi ei vibra e gira intorno il brando.
 DON CHISCIOTTE
 Pur giaci a terra. (Don Chisciotte di dentro)
 SANCIO
                                   Addio, Pandafilando.
 MENDO
 Or gli altri ad uno ad uno andrà forando.
 SANCIO
 Lope, a me presta fede.
1250Quanto a noi qui succede, è tutto incanto. (Don Chisciotte esce in farsetto ed urta Lope)
 DON CHISCIOTTE
 Terminata è l’impresa. Or mi conviene
 da la regina mia prender congedo.
 LOPE
 Sancio, non vedi? Ei dorme ancora. Ei dorme. (Guardando don Chisciotte si avvede che dorme)
 DON CHISCIOTTE
 Pandafilando, o gran signora, è morto. (A Mendo)
 SANCIO
1255Senti? Non lo diria, se il ver non fosse. (A Lope)
 DON CHISCIOTTE
 Morto è Pandafilando, (Don Chisciotte s’inginocchia a’ piedi di Mendo)
 lodato il cielo e Dulcinea. Regina,
 cadde l’iniquo. Io n’ebbi
 piena vittoria; e in testimon di questa
1260reco al tuo piè del traditor la testa. (Cava fuori da un fazzoletto una pignatta e la mette a’ piedi di Mendo)
  LOPE
 Vedi qual testa, vedi. (A Sancio)
 SANCIO
                                          Incanti, incanti.
 DON CHISCIOTTE
 Or vivi e regna in pace; e se ti avviene
 che ti faccian mai torto altri giganti,
 scrivimi; e lascia fare a don Chisciotte. (Don Chisciotte, volendo baciar le vesti a Mendo, creduto la regina, viene da lui rovesciato in terra)
 MENDO
1265Eh! Ti venga il malanno.
 DON CHISCIOTTE
 Ferma, Micomicona. Aimè! Che veggio? (Don Chisciotte si risveglia)
 LOPE
 Mendo, perdona. Ei dorme.
 MENDO
 Io lo risveglierò. Vo’ ch’ei ripari
 con le offese degli altri ogni mio danno.
 LOPE
1270Vedi che un pazzo egli è.
 MENDO
                                               Qui de’ misfatti
 giudice io sono e so far savi i matti. (Parte infuriato)
 LOPE
 Addio. Placar convien l’ira di Mendo. (In atto di partir a don Chisciotte)
 DON CHISCIOTTE
 Che far mi può colui?
 LOPE
 Che? Mandarti in galera.
 DON CHISCIOTTE
                                                O che furfante!
1275Va’, placa il suo furor. Tale avventura
 mai non accadde a un cavaliere errante. (Lope parte)