Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698
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Copia
SCENA II
METILDE
METILDE
Qual cuor mi chiedi, Enrico,
15
se quel che ti dovrei non è più mio?
Me l’ha rapito... Ah taci
i tuoi mal nati ardori,
infelice Metilde; e tien sepolti
in eterno silenzio i tuoi rossori.
20
Amor, perché mi sproni?
Onor, perché m’arresti?
O stimoli! O ritegni! O leggi! O amore!
In qual duro contrasto
tra vergogna e desio ti sento, o cuore!
25
Parlar più non lice;
tacer non si può.
Se parlo son rea,
se taccio infelice.
Tra un male e un delitto
30
risolver non so.