Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA VII
 
 CARDENIO, LOPE e SANCIO
 
 LOPE
720Si celi a Sancio il ver. Tema o interesse
 potrian tradirci.
 CARDENIO
                                 Il tuo pensiero è ’l mio.
 SANCIO
 Lope, da galantuom, credi tu vero
 che regina ella sia?
 CARDENIO
 Tale a te non la mostra e l’aria e ’l tratto? (In atto sdegnoso)
 SANCIO
725(Più che lo guardo, ei più mi sembra il matto). (Fugge da Cardenio e va verso Lope)
 A la regia sua fé creder poss’io?
 CARDENIO
 Fuggi da me? Se’ stolto. (A Sancio)
 SANCIO
 Io non ho simpatia con il tuo volto. (A Cardenio)
 LOPE
 Ella è regina. Or credo veri i casi
730de’ cavalieri erranti; e don Chisciotte
 re di Micomicon veder già parmi.
 SANCIO
 E me governator.
 LOPE
                                   Chi può temerne?
 SANCIO
 Orsù, se questo è vero,
 tienti i tuoi campi. Il mio governo io voglio.
 LOPE
735Hai ragion. Sancio, addio. (Lope parte)
 CARDENIO
 (Ahi! Lucinda, cor mio).
 SANCIO
 Dimmi, quando arrivasti in questi monti?
 CARDENIO
 Quando la mia regina. E perché il chiedi?
 SANCIO
 Tel dirò Certi pugni... (Sancio guarda attentamente Cardenio che con disprezzo lo lascia)
 CARDENIO
                                           Io non t’intendo.
740Mia Lucinda, ove sei? Poiché mi è nota
 la stabile tua fé, de’ miei contenti
 ancor mi sembra il bel sentiero aperto.
 SANCIO
 (Se non è il nostro, è un altro pazzo al certo).
 CARDENIO
 
    Con la fé del bel che si ama,
745si rinforza la speranza.
 
    E men fiero alor si chiama
 il martir di lontananza.