Don Chisciotte in Sierra Morena (Zeno e Pariati), Vienna, van Ghelen, 1719

 SCENA VI
 
 DOROTEA con seguito, CARDENIO vestito nobilmente, ORDOGNO con barba posticcia e li suddetti; e poi SANCIO
 
 DOROTEA
 Ah! Signor, pur ti trovo e a le tue piante... (Dorotea s’inginocchia)
 DON CHISCIOTTE
 Sorgi, o bella.
 DOROTEA
                            No no, quest’atto umile
 dessi da un’infelice a un don Chisciotte.
 DON CHISCIOTTE
 O sorgi o quindi io parto.
 DOROTEA
605Non mi alzerò, se pria tu non mi giuri
 un favor ch’è tua gloria e mio conforto.
 DON CHISCIOTTE
 (Mia gloria e suo conforto?) Ov’ei non tocchi
 il mio re, la mia patria e quella fede
 che a Dulcinea giurai, sperar tu ’l puoi.
 SANCIO
610Ecco l’armi. Ma che? Qual gente è questa? (Sancio porta le armi a don Chisciotte)
 DOROTEA
 Non arrivan tant’oltre i voti miei.
 DON CHISCIOTTE
 Tel prometto e tel giuro. Or sorgi e parla. (Porge la mano a Dorotea)
 LOPE
 Ti sei ben trasformato. (Ad Ordogno)
 ORDOGNO
 Così meglio ei s’inganni. (A Lope)
 DOROTEA
615Pria che parli, concedi
 ch’io baci quella man ch’è mia speranza. (Dorotea si sforza per baciar la mano a don Chisciotte)
 DON CHISCIOTTE
 (Dulcinea, qui mi assisti). Un cavaliero (Don Chisciotte non lo permette)
 nol dee soffrir. (Ah! Dulcinea). Non posso.
 CARDENIO
 Signor, l’uso il permette. Egli è un omaggio
620che si rende al valor di nobil destra.
 ORDOGNO
 Né manchi a cortesia, se a lei compiaci.
 DON CHISCIOTTE
 Dimmi, chi son costoro? (A Dorotea)
 DOROTEA
 Questi è scudiero mio. (Accennando Cardenio)
 DON CHISCIOTTE
 Sancio, osservalo bene. (A Sancio sottovoce)
 SANCIO
625A fé, del nostro pazzo egli ha il sembiante. (A don Chisciotte sottovoce)
 DOROTEA
 Quegli d’aio mi serve. (Accennando Ordogno)
 DON CHISCIOTTE
                                            E tu chi sei? (A Dorotea)
 SANCIO
 Se ha lo scudier, sarà una dama errante. (A don Chisciotte)
 LOPE
 Udiam come risponda.
 ORDOGNO
 (Freno a gran pena entro le labbra il riso).
 DOROTEA
630Chi son io? La più misera donzella (Sempre guardando amorosamente don Chisciotte)
 che vegga mai, sorga o tramonti, il sole.
 Me fuor del patrio nido
 spinse un crudo ladron; ma contra l’onte
 del mio destin, mi diè coraggio e lena
635il tuo nome, il tuo braccio e quella fama
 che di te, vincitor di rei giganti,
 di te, vendicator d’ingiurie e torti,
 di te, riparator d’offese e danni,
 sin de l’orbe ai confini oggi risuona.
640Io son, di me pietà gentil ti muova,
 io sono, a me presta soccorso, io sono
 la vergine real Micomicona.
 DON CHISCIOTTE
 Real? Deh! Mi perdona. E tu, che sei (Afferra con isdegno la barba di Ordogno)
 aio e scorta di lei, non prevenirmi?
 ORDOGNO
645Fermati. Aimè! Mi son caduti i denti. (Gli cade la barba dal mento)
 LOPE
 Presto, ch’ei nol ravvisi. (A Cardenio)
 DON CHISCIOTTE
 Ma che? Questa è la barba; (Don Chisciotte raccoglie la barba di Ordogno e poi la porge a Cardenio)
 ma i denti e le ganasce io non ci trovo.
 CARDENIO
 Vieni. Siedi. Io ’l risano in un momento. (Fa seder Ordogno e gliela lega)
650Abra, dabra, cadabra. O gran segreto!
 DOROTEA
 Ingegnoso è Cardenio. (A Lope)
 LOPE
 Ben sostenne la frode. (A Dorotea)
 DON CHISCIOTTE
 Sì presto egli è guarito? A me tu insegna (A Cardenio)
 le possenti parole. In qualche impresa,
655ove tronco mi fosse o un braccio o il collo,
 utili mi saranno. Or di’, che brami?
 DOROTEA
 Che tu sia meco, ov’io n’ho d’uopo, un empio
 nemico mio tu metta a morte; e pria
 che nel regno natio tu me non vegga,
660non si volga quel braccio ad altra impresa.
 DON CHISCIOTTE
 Farò quanto mi chiede
 la mia cavalleria, la mia coscienza
 e ’l mio dovere. Io già son tuo campione.
 Ma di’, qual è il tuo regno?
 DOROTEA
665Non mel ricordo più. (A Cardenio sottovoce)
 CARDENIO
                                          Micomicone.
 DOROTEA
 Ben tu facesti in dirlo. (A Cardenio) Alor ch’io penso (A don Chisciotte)
 a’ mali miei, perdo memoria e voce.
 DON CHISCIOTTE
 Spera. Micomicone? Ove sta posto?
 DOROTEA
 Oltre l’isola immensa
670ch’Eclittica si chiama.
 DON CHISCIOTTE
                                           Isola, o bella,
 l’eclittica non è. Tu prendi errore.
 ORDOGNO
 Eh! Dir volea che per andarvi è d’uopo
 oltrepassar la linea equinoziale.
 DON CHISCIOTTE
 Ora intendo. Su, l’armi. (A Sancio) E chi dal soglio (A Dorotea)
675ti balzò sì empiamente?
 DOROTEA
 Un vile cavalier, mago e gigante,
 che al vedermi donzella, orfana e sola, (Sancio va armando don Chisciotte)
 me l’usurpò.
 DON CHISCIOTTE
                          Cadrà l’iniquo. Il nome?
 DOROTEA
 Panda... (Si volta verso Cardenio)
 CARDENIO
                   Filando da la fosca vista.
 DON CHISCIOTTE
680Avrà... Venga l’usbergo. (A Sancio) Avrà che fare (A Dorotea)
 col cavalier de la figura trista.
 CARDENIO
 È terribile assai.
 DON CHISCIOTTE
                                 Fosse Nembrotte,
 io te l’ucciderò. Son don Chisciotte.
 DOROTEA
 Soffri, signor, ch’io stessa... (Dorotea per aiutare ad armarlo)
 DON CHISCIOTTE
685No no, troppo mi onori. (Ah, Dulcinea!)
 DOROTEA
 Almen da me prendi il tuo brando. O dio! (Dorotea porge la spada a don Chisciotte sospirando)
 DON CHISCIOTTE
 Venga; e venga in tuo pro.
 DOROTEA
                                                  Per guiderdone
 del beneficio illustre offro il mio regno.
 DON CHISCIOTTE
 (Voglio sol Dulcinea).
 DOROTEA
                                          Nulla rispondi?
 DON CHISCIOTTE
690Non cerco che l’onor. Sol per alora
 Sancio ti raccomando, il mio scudiero.
 SANCIO
 Sira, nel tuo paese (Sancio si prostra a’ piedi di Dorotea)
 ti dimando un governo e già l’aspetto.
 DOROTEA
 Su la regia mia fede io tel prometto.
 DON CHISCIOTTE
695Andiam.
 DOROTEA
                    L’elmo ti manca.
 DON CHISCIOTTE
 Io lo perdei pugnando; e alor giurai
 di non portarne più, finch’io non abbia
 quel di Mambrino. Andiamo.
 DOROTEA
 Fu provvido il destin. Così rassembri
700Marte a quell’armi e a quel bel volto Amore.
 DON CHISCIOTTE
 (Io son di Dulcinea). Ma donde vassi
 verso Micomicone?
 ORDOGNO
 Sieguimi. Io ti precedo. (Ordogno parte)
 DON CHISCIOTTE
 Che? Si passa la Mancia?
 ORDOGNO
                                                 Ed il Toboso.
 DON CHISCIOTTE
705Là vedrò Dulcinea. De la grand’opra
 l’oracolo e gli auspici
 io da lei prenderò, come mia dea.
 DOROTEA
 Quanto, quanto ti debbo, o don Chisciotte!
 Quanto, quanto t’invidio, o Dulcinea!
 
710   So che dal tuo valor
 il regno aver potrò;
 ma so che perderò
 del cor la libertà per quel sembiante.
 
 DON CHISCIOTTE
 
 Solo per Dulcinea mi sento amante.
 
 DOROTEA
 
715   E gloria tua maggior
 sarà il farmi regnar,
 per poscia trionfar
 con la tua crudeltà d’un cor regnante.
 
 DON CHISCIOTTE
 
 Solo per Dulcinea mi sento amante.